“Una guerra di logoramento che permetterà di sradicare la mafia a Palermo nel giro di qualche anno”. Il procuratore aggiunto alla direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano, Salvatore De Luca, intervistato dal quotidiano nazionale Il Sole 24 ore, fa il punto sulla situazione della lotta a Cosa nostra. Il magistrato ha firmato le ultime due inchieste sulla mafia palermitana, in particolare Cupola 2.0, e, nel giro di sei mesi sono stati individuati e arrestati i componenti della nuova Commissione provinciale.
Molti parlano di un cambiamento della mafia ma per il procuratore “gli equilibri interni possono cambiare ma non il suo Dna: in quest’ultimo periodo, peraltro, era stata decisa la più rigorosa applicazione delle vecchie regole, perché “vi era una certa confusione. Sembrava che vi fosse una strategia nel perdere queste antiche regole. Con l’idea di costruire una mafia un po’ più liquida, come si suol dire. Assolutamente no. Il punto di forza di Cosa nostra è la sua struttura, il suo radicamento nel territorio”.
De Luca spiega come la forza di Cosa nostra sia il controllo del territorio in stretta alleanza con “i colletti bianchi”. “La struttura portante è quella: il radicamento sul territorio, la forza militare e quella economica che ne discende. Indebolendo questo, logorandolo come stiamo facendo si combattono i contatti, le alleanze politiche ed economiche, finanziarie di Cosa nostra. Perché il fulcro di un’alleanza è la convenienza per entrambe le parti. Noi, come stiamo facendo, lavorando ai fianchi con questa “guerra” di logoramento rendiamo sempre meno appetibile allearsi con la mafia”.