Si deciderà tra pochi giorni l’eventuale rinvio a giudizio di Pino Maniaci, il giornalista di Telejato finito coinvolto in un’inchiesta per estorsione nell’ambito del processo alla mafia di Borgetto. Nell’udienza preliminare di ieri sono state ammesse tutte le parti civili, tranne una. Maniaci attraverso i suoi difensori Bartolo Parrino e Antonio Ingroia ha chiesto lo stralcio della sua posizione. E’ stato quindi rinviato tutto al 14 marzo con l’avvio delle discussioni dei difensori degli imputati, quindi a conclusione ci sarà la Camera di consiglio da cui scaturirà la decisione se rinviare a giudizio Maniaci e tutti gli altri indagati nell’ambito dell’inchiesta “Kelevra”.
L’inchiesta è nata dalle intercettazioni ambientali e telefoniche che per tre anni sono andate avanti a Borgetto nell’ambito di presunte estorsioni ad operatori economici locali e condizionamenti di tipo mafioso al Comune. Ad essere stati documentati episodi estorsivi ai danni di imprenditori e non solo.
Per caso dalle intercettazioni venne fuori anche la posizione di Pino Maniaci, scoperto secondo l’accusa a chiedere somme di denaro al sindaco di Borgetto Gioacchino De Luca e all’ex assessore Gioacchino Polizzi, anch’esso di Borgetto, in cambio di una linea soft nel suo telegiornale. Si è scoperto che le stesse identiche pressioni venivano fatte anche al sindaco di Partinico, Salvo Lo Biundo.