Andrea Bonafede sarebbe un uomo d’onore riservato che ha consapevolmente ‘ceduto’ la propria identità a Matteo Messina Denaro e gli ha consentito di preservare il proprio status di latitante e di continuare a ricoprire il proprio ruolo direttivo nell’associazione mafiosa.
Sono solo alcuni dei passaggi della misura cautelare firmata dal gip del Tribunale di Palermo Alfredo Montalto che ha accolto la richiesta di arresto per il geometra Bonafede che ha prestato la propria identità a Matteo Messina Denaro, il boss stragista arrestato lunedì 16 gennaio a Palermo.
E’ una prima svolta nell’inchiesta coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido. Per gli inquirenti, oltre a consegnare all’ex latitante la sua carta di identità per consentirgli di ottenere un falso documento e a dargli la tessera sanitaria necessaria per le terapie e le visite mediche alle quali il boss doveva sottoporsi, Bonafede ha acquistato la casa di Campobello di Mazara in cui Messina Denaro ha trascorso l’ultimo periodo della latitanza, gli ha dato il bancomat permettendogli, gli ha fatto comprare la Giulietta sulla quale viaggiava.
Prosegue, a Campobello di Mazara, la caccia a possibili bunker segreti del boss Matteo Messia Denaro che aveva scelto il paese del trapanese come suo rifugio da almeno tre anni.
I carabinieri, attraverso l’utilizzo di georadar, stanno scandagliando diverse abitazioni del paese tra le quali quelle di Antonio Luppino, figlio di Giovanni, l’insospettabile che, lunedì scorso, ha accompagnato in auto il capomafia alla clinica in cui poi entrambi sono stati arrestati.
In un’area all’aperto adibita a parcheggio di proprietà di Luppino era nascosta la Giulietta usata dal capomafia per i suoi spostamenti e ritrovata dalla polizia.
Il figlio dell’autista del boss, già sentito dagli inquirenti, non sarebbe indagato.
Ed è stato sentito dagli inquirenti il titolare della concessionaria di Palermo dalla quale Matteo Messina Denaro, un anno fa, comprò la Giulietta. Il commerciante, viste le foto del capomafia sui media e riconosciuto il volto dell’acquirente, ha confermato che la macchina fu acquistata personalmente dal padrino. Il veicolo, del quale sono stati trovati i documenti nell’ultima casa di Messina Denaro a Campobello di Mazara, era intestato alla madre di Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato l’identità al boss.