Una nuova indagine giudiziaria per il Vescovo di Mazara Domenico Mogavero. Il Vescovo, insieme ad altre persone, è indagato dalla Procura di Marsala per una truffa sulla costruzione di una chiesa a Mazara del Vallo, per la quale sarebbero stati presi contributi dalla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana (prelevati dai fondi dell’8 per mille) ma anche dalla Regione Siciliana.
La chiesa in questione è la parrocchia di San Lorenzo nel quartiere Trasmazzaro a Mazara del Vallo. La Procura cerca di capire se sono stati correttamente spesi i tre milioni di euro di fondi della Cei, e i 500.000 euro di contributi regionali spesi in cinque anni di lavoro, dal 2007 al 2011, con inaugurazione nel 2012.
Mogavero, oltre che per truffa, è indagato per abuso d’ufficio. A Monsignor Mogavero, i pm contestano di aver firmato falsi contratti, falsi stati di avanzamento dei lavori e di consegna dell’opera.
Le indagini sono già concluse e con Mogavero è indagato monsignor Calogero La Piana, predecessore di Mogavero (e sua volta coinvolto in altri scandali a Messina), l’architetto Francesco Scarpitta, e l’ingegnere Bartolomeo Fontana. Poi ci sono l’ex economo Don Franco Caruso (già sacerdote a Sappusi e anche lui coinvolto nello scandalo su alcune somme scomparse in Curia e accusato di malversazione) e i titolari della ditta esecutrice dei lavori: Antonio Gaudente e Gaetano Stradella. Mogavero ha nomintato come difensori di fiducia gli avvocati Nino Caleca e Stefano Pellegrino. Tra l’altro, ad occhio, il reato eventualmente viaggia già verso la prescrizione.
Non è la prima indagine che coinvolge il Vescovo di Mazara del Vallo, già coinvolto in uno scandalo per gli ammanchi milionari in Curia, con la sparizione dei fondi dell’8 per mille. Ed è proprio da quella prima indagine che nasce quest’altra: perché gli investigatori hanno scoperto tante cose strane – delle quali Mogavero ha detto di essere all’oscuro – tra cui addirittura un “conto segreto” dell Diocesi. E poi hanno anche scoperto che sulla parrocchia di San Lorenzo c’erano contributi chiesti alla Cei, contributi chiesti alla Regione Siciliana e un mutuo da quattro milioni di euro. Che fine hanno fatto questi soldi?
E’ proprio il mutuo ad essere il cuore dell’inchiesta. Nel bilancio è inserito l’importo di 4.402.604 che costituisce l’ammontare di due mutui rispettivamente un mutuo chirografario di 3.692.360 presso Banca Prossima e di 728.144 euro per mutuo ipotecario presso Banca Unicredit. I due mutui contratti sono serviti a rinegoziarne uno precedente erogato da Banca Intesa tra il 2006 e il 2008 e per aggiornamenti dei prezzi nei cantieri di costruzione delle tre nuove chiese: Matrice di Pantelleria, San Lorenzo in Mazara del Vallo e San Giuseppe in Gibellina, strutture la cui costruzione fu deliberata prima dell’insediamento dell’attuale vescovo.
Originario di Castelbuono, sempre in Sicilia, Mogavero è stato sottosegretario della conferenza episcopale italiana e quindi presidente del Consiglio per gli affari giuridici della stessa Cei, nel 2011 era stato inviato da Papa Benedetto XVI a Trapani, come ‘visitatore apostolico’ della diocesi limitrofa alla sua e dove era stato registrato un ammanco, da circa un milione di euro, tanto che il vecchio vescovo Miccichè era stato poi trasferito altrove. E
Poi è finito nel vortice di un caso simile, ad un passo dalla possibile nomina ad arcivescovo di Palermo, poi saltata, a causa della vicenda del ‘buco’ da sei milioni di euro, una fetta dei quali ascrivibili alla ristrutturazione della chiesa di Pantelleria denunciata dal settimanale “Panorama”.