“La Regione deve occuparsi dello sviluppo, della sburocratizzazione, della realizzazione delle infrastrutture, degli incentivi alle imprese”. E’ la ricetta per salvare il tessuto industriale palermitano ribadita da sindacalisti, aziende, i grandi gruppi industriali nazionali, istituzioni locali , nel corso dell’incontro organizzato dalla Cisl Palermo Trapani e dalla Fim Cisl Sicilia, sul ruolo dei gruppi industriali nazionali per la ripresa degli investimenti produttivi sul territorio che si è tenuto all’Nh hotel a Palermo, un punto della situazione sulla vertenza Fiat di Termini Imerese, Fincantieri, dei grandi gruppi industriali come Ansaldo Breda di Finmeccanica e sul futuro del tessuto industriale del territorio palermitano. “Serve un serio piano industriale da parte della Regione –ha affermato Mimmo Milazzo, segretario Cisl Palermo Trapani – che deve attivare tutti i percorsi del rilancio produttivo. Per Fiat di Termini Imerese si pensi subito alla realizzazione delle opere previste dall’accordo quadro, per Fincantieri si proceda in tempi rapidi con le revoca degli appalti precedenti e la realizzazione del bacino da 80 mila tonnellate attraverso la firma di un accordo di programma fra Regione e azienda, non si può più perdere tempo”.
“Il settore metalmeccanico soffre – ha spiegato Ludovico Guercio – ci sono oltre 2 mila lavoratori in cassa integrazione, negli ultimi anni sono andati persi 200 posti di lavoro, bisogna agire subito”. “Ci preoccupa molto – ha aggiunto Salvatore Picciurro Segretario Fim Cisl Sicilia – il fatto, ad esempio, che la Regione non comprenda il valore strategico del cantiere navale di Palermo per lo sviluppo di tutta la Sicilia, tutta la vicenda è stata gestita con superficialità , questo vale anche per la vertenza Fiat di Termini Imerese, per la quale serve un assunzione di responsabilità. Se anni fa, fossero state realizzate le opere previste dall’accordo, forse oggi la vertenza non sarebbe a questo punto”. Serve un piano generale di sviluppo ha aggiunto Maurizio Bernava, segretario Cisl Sicilia “Sarebbe il caso che la Regione mettesse subito al centro delle scelte lo sviluppo attraverso l’uso dei fondi europei, il rilancio infrastrutturale, un’operazione di marketing per attrarre investimenti, e per fare questo serve una forte e seria interlocuzione con il governo nazionale come è stato fatto nel Friuli sulla vicenda Elettrolux. Serve un piano che attrezzi le aree di Termini e Carini , favorisca investimenti, sostenga gli investimenti e le imprese con innovazione, ricerca , servizi. La programmazione dei fondi europei non deve mirare alla singola opera ma a tutto il sistema con interventi come la banda larga, l’interconnessione ferroviaria, la viabilità, la messa in sicurezza , il cablaggio, la concessione di capannoni e costo zero, incentivi alle imprese, tutti interventi che possano incoraggiare le aziende dei grandi gruppi industriali a restare in Sicilia”.
D’accordo anche Confindustria che per voce del Presidente di Palermo Alessandro Albanese ha aggiunto “Alla Regione chiediamo una legge speciale per lo sviluppo industriale siciliano mirata a politiche di rilancio, bisogna sostenere un settore strategico come ad esempio è quello manufatturiero, dove tante sono le grandi professionalità che abbiamo formato nel corso degli anni. Serve una centrale regionale degli acquisti , lo sblocco delle infrastrutture, dato che ci sono opere di oltre un miliardo ancora bloccate, specificare nelle gare di appalto della Regione che parte dei soldi messi a disposizione devono essere destinate alle aziende che operano in Sicilia. Per aiuti non intendiamo finanziamenti, la Regione deve fare leva sul governo nazionale affinché tutte queste aziende possano essere messe nella condizione di restare, tutto attrezzando le aree come Termini Imerese e Carini con le fibre ottiche, con le opere viarie, con tutte le infrastrutture necessarie” . Dalla Regione, dall’assessorato regionale alle Attività produttive è giunta la rassicurazione sul progetto del bacino di carenaggio da 80 mila tonnellate a Fincantieri Palermo, che procede con i rilievi di fattibilità del Registro navale italiano, e sullo stabilimento Ansaldo Breda di Carini l’annuncio dell’interesse manifestato da una grande azienda europea che opera nel settore ferroviario. A richiamare l’intervento della Regione è stato anche il primo cittadino di Palermo Leoluca Orlando. “Al presidente della Regione abbiamo chiesto di separare il dibattito sulle necessarie variazioni di bilancio da quello su un progetto di sviluppo per la regione , non vogliamo solo vivere di emergenza. Come Anci proporremo infatti una proposta organica di riorganizzazione del territorio partendo dal ruolo dei comuni. Noi stiamo facendo la nostra parte, se si pensa che nel 2011 Palermo destinava solo l’1% del bilancio agli investimenti e che oggi abbiamo alzato la percentuale al 28%. Stiamo sbloccando opere infrastrutturali fondamentali per la città utilizzando ben 400 milioni di fondi europei, e abbiamo fatto la fondamentale scelta di evitare il dissesto e il piano di riequilibrio. Ma ora serve una dimensione progettuale che passi attraverso la promozione di tavoli con i governi nazionale e regionale. Per le singole vertenze stiamo pressando la Regione affinché intervenga subito, come per la realizzazione del bacino per l’off-shore per Fincantieri , per la ricerca di un serio investitore per Termini Imerese nel settore dell’auto, stiamo andando avanti con il progetto di rilancio della Fiera del Mediterraneo e con quello sull’acquario. La Regione però, deve fare la sua parte”.
A sollecitare interventi certi per lo sviluppo delle aziende come le infrastrutture, sono le stesse aziende come ha spiegato Marcello Sorrentino direttore delle Risorse umane di Fincantieri. “Un’industria deve avere la capacità produttiva e strategica ma le istituzioni devono accompagnare questo percorso , e nel nostro caso la Regione deve accelerare i tempi per la realizzazione del bacino da 80 mila tonnellate per sostenere il rilancio produttivo e strategico dell’off-shore che abbiamo destinato allo stabilimento di Palermo. Fra la progettazione e la realizzazione non può passare una vita”. Carlo Cremona direttore Risorse umane di Ansaldo Breda, l’azienda di Carini, ha aggiunto “il sistema paese tutto non sostiene le imprese italiane che cosi soffrono troppo la concorrenza con le aziende che invece sono sostenute dai propri paesi. Noi non intendiamo chiudere nessun stabilimento così come quello di Carini, al quale vogliamo destinare attività, ma servono soluzioni strutturali, proponiamo un tavolo, vorremmo incontrare la Regione che finora ha partecipato solo agli incontri nazionali”. Dalla Selex Es- Finmenccanica la richiesta di “potenziare le infrastrutture per aiutare le imprese a ridurre i costi”.
Michele Zanocco Segretario nazionale Fim Cisl ha aggiunto “in Italia ci sono ben 700 mila lavoratori del settore metalmeccanico interessate dagli ammortizzatori sociali. Ci rendiamo conto che non ci sono ricette magiche , ma interventi certi da mettere in campo al centro delle politiche industriali, prima di tutto potenziando la capacità di attrarre investimenti in settore strategici. Va snellita la burocrazia per facilitare le aziende nella richiesta di tutte le autorizzazioni per fare impresa, le imprese devono uscire dalla logica dei soli finanziamenti pubblici e devono confrontarsi con il mercato. Noi faremo la nostra parte come abbiamo già fatto con l’accordo sulla flessibilità e per la Sicilia chiediamo di confermare la presenza dei grandi gruppi industriali come Selex, Ansaldo Breda Finmeccanica e Fincantieri. La Regione deve sostenere Selex sull’innovazione, Ansaldo Breda e Finmeccanica e Fincantieri sull’efficentamento, non ci sono più alibi”. Maurizio Bernava ha commentato anche l’incontro fra governo regionale e parti sociali di ieri sera. Bernava ha aggiunto: “Al Presidente della Regione abbiamo chiesto di mettere in campo un nuovo grande slancio per produrre ricchezza, purtroppo non possiamo che constatare da parte del governo un atteggiamento inconcludente”. “Abbiamo fatto chiare richieste, come quella della programmazione dei fondi comunitari per la modernizzazione e le infrastrutture, misure di bilancio che taglino la spesa e i costi strutturali a cominciare dalla sanità inserendo i costi standard, misure di respiro e ossigeno per l’economia e fondi per gli ammortizzatori sociali destinati alle imprese che producono. Abbiamo invece assistito ad uno show inconcludente del Presidente della Regione che, subito dopo la riunione, ha partecipato alla giunta che ha approvato le variazioni di bilancio senza l’ok delle parti sociali. Abbiamo bisogno di riposte immediate” . Il Segretario della Cisl Sicilia conclude: “Il Presidente di Confindustria Sicilia Montante ripete oggi ciò che noi diciamo da tempo, la Sicilia è al default e la Regione non deve fare altro che riattivare economia e crescita, se continuerà a non farlo, l’unica scelta è andare via, noi di certo non vogliamo nuove elezioni ma un governo che ci ascolti, che abbia la forza di attivare politiche produttive”.
Meccanica, dal tavolo della Cisl le richieste alla Regione: “Crei vere condizioni di sviluppo”
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