Politici e sindacalisti possono sovrintendere alla gestione del personale in un’azienda? Non è una domanda così difficile perché se non è il senso dell’opportunità ad aiutare nella risposta lo fa una legge, il Dlgs 165/2001 e la Circolare 11/2010 dell’allora ministro Renato Brunetta.
La norma non consente a chi ricopre o ha ricoperto cariche sindacali di svolgere incarichi dirigenziali negli Enti o aziende per evitare il rischio di un possibile conflitto di interesse. L’anomalia l’ha riscontrata l’Ufficio territoriale del lavoro di Messina all’interno del Cas, insieme ad una gestione quanto mai “allegra” delle ore di straordinario. L’input all’ispettore Francesco Mangano, che ha curato l’istruttoria, sembra sia stato dato da alcune segnalazioni di lavoratori e rappresentanti di sindacati autonomi, Orsa, Cub, Coordinamento precari.
I provvedimenti consequenziali emanati dall’Ispettorato però, un milione di euro di multa al Consorzio autostrade siciliane e il trasferimento di quattro dipendenti dal Ceo, l’ufficio di coordinamento delle attività degli Assistenti Tecnici Esattoriali, hanno suscitato non pochi malumori in certi apparati politico-sindacali. Ne è scaturita persino un interrogazione parlamentare a firma del deputato regionale Pd Filippo Panarello che definisce quanto disposto “paradossale e illegittimo” chiedendo un intervento dell’Assessorato al lavoro per verificare l’operato dell’Ispettorato e prevedere l’annullamento in via cautelativa del trasferimento dei quattro dipendenti del Cas. “Appare dubbia la competenza dell’Ispettorato in materia di incompatibilità ed inconferibilità.
In ogni caso siamo di fronte ad una stortura clamorosa – dice Panarello – la circolare Brunetta si riferisce ai dirigenti, non certo ai dipendenti che non hanno alcun potere decisionale e non possono essere equiparati alle figure dirigenziali”. I quattro però, secondo il provvedimento contestato, benché non fossero inquadrati come dirigenti svolgevano mansioni equiparabili a quelle direttive. Ne è seguita una sorta di polemica a distanza, attraverso comunicati stampa, tra Panarello e i rappresentanti di Orsa, Cub e Coordinamento dei precari che hanno sottolineato lo strano ed eccessivo interesse su questi trasferimenti del deputato Pd che avrebbe invece dovuto in questi anni forse occuparsi di più dei problemi dei tanti precari che dei privilegi di pochi. Salvatore Pirrone, direttore generale del Consorsio in un primo momento ha accolto il provvedimento ma pare che il presidente Rosario Faraci abbia deciso di opporvisi presentando ricorso.
Il principio dell’incompatibilità tra sindacalisti e politici con i ruoli legati alla gestione del personale è stato applicato senza particolari sconvolgimenti in altre aziende, viene ricordato all’Ufficio territoriale del lavoro, come ad esempio all’Atm, dove c’è stata la piena collaborazione, a cominciare dal direttore Giovanni Foti. Ma chi sono questi quattro dipendenti attorno ai quali si sta cercando di fare quadrato fino al punto da mettere in dubbio la legittimità di un organo di controllo e chiederne un’ispezione? Si tratta di Pietro Caminiti, vicesindaco di Alì Terme ed esponente del Pd, Vincenzo Aricò,Vittorio Costanzo e Riccardo Franchetti, dirigenti sindacali della Uil.
Caminiti prestava servizio al casello di Acireale fino al 2013, quando, dopo la sua elezione, ha chiesto il trasferimento a Roccalumera per essere più vicino al suo Comune, diceva, e potere svolgere meglio così la sua attività istituzionale. Il vicesindaco nel 2014 viene assegnato all’Ufficio centrale di coordinamento delle attività degli Assistenti tecnici esattoriali, con il compito quindi di gestire turni e straordinari, compresi i propri. Dal 2011 al 2013 Caminiti aveva fatto solo una decina di ore di straordinario ma nel 2014 ne effettua oltre 250, particolare che contrasta, tra l’altro, con la motivazione che stava alla base della richiesta iniziale di trasferimento e cioè avere più tempo a disposizione per svolgere la sua attività istituzionale.
Ma Caminiti non è il solo che per necessità aziendali sembra doversi gravare di lavoro in più. Un nutrito numero di dipendenti sono riusciti ad accumulare, com’è stato sempre appurato dai funzionari dell’Ispettorato, fino alle 400 o 500 ore di lavoro l’anno in più, tutte remunerate, mentre il contratto di lavoro stabilisce che si possono pagare fino ad un massimo di 160 ore e le restanti, fino al tetto che la legge consente di 250, vanno inserite nella banca delle ore per poi essere utilizzate come recupero compensativo. In particolare per alcuni casellanti, le turnazione e lo straordinario assegnato, hanno significato non potere andare in ferie.
Tutto questo mentre i vertici del Consorzio hanno sempre sostenuto di avere problemi di organico e di non poter assumere e mentre i precari storici portavano avanti la battaglia per essere ricollocati. Secondo Michele Barresi, segretario di Orsa Trasporti, “alcuni caselli sono privi di qualunque presidio in spregio alla sicurezza e in numerose barriere vi è un uso smisurato del lavoro straordinario, utilizzato per coprire carenze di almeno 80 agenti di esazione, mentre centinaia di precari, sebbene professionalizzati, dal 2011 non vengono chiamati ad effettuare prestazioni neppure temporanee”.
Un passo avanti in tal senso sembra sia stata fatto, non a caso, qualche giorno fa nel corso di una riunione all’Ufficio territoriale del lavoro con l’impegno formale assunto dal Consorzio, davanti ai funzionari regionali ed ai rappresentanti sindacali, a procedere con un bando entro la fine del 2016. Il Direttore generale del Cas Pirrone si è impegnato per l’emissione del bando di selezione per Agenti Tecnici di Esazione una volta approvato il bilancio 2015, atto subordinato al parere dei revisori previsto per il prossimo 31 agosto, e dove sarebbe stata predisposta la stesura di un piano triennale dell’occupazione con relativa previsione di spesa con inserito il capitolo sul reclutamento di lavoratori a tempo determinato.
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