Gli assenteisti del Comune di Sanremo possono andare a nascondersi (o a lavorare…), perché è in Sicilia che si fa sul serio. A Messina sono stati appena condannati ben 78 assenteisti dello IACP, l’Istituto Autonomo Case Popolari. Che lavorino già così tante persone in questo ente (del cui scioglimento si parla ad ogni spending review) è già una notizia. E infatti nell’inchiesta sono stati coinvolti 81 tra i 96 dipendenti.
Si è chiuso con 78 condanne ed una assoluzione il processo per truffa sui casi di assenteismo all’ Iacp di Messina. I giudici della prima sezione penale del Tribunale hanno disposto condanne da un minimo di quattro mesi di reclusione ad un massimo di un anno e cinque mesi, con pena sospesa per tutti. Una sola la persona assolta con formula piena. Nel dicembre 2012 tra gli impiegati dell’Iacp 4 persone furono arrestate, 54 denunciate con obbligo di firma e 23 semplicemente denunciate, accusate di falso ideologico e truffa aggravata allo Stato. Coinvolti 81 dei 96 dipendenti dell’Iacp che secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza abbandonavano le loro scrivanie per stazionare al bar, per fare shopping, per sbrigare faccende personali. I militari della Guardia di Finanza hanno filmato gli spostamenti degli impiegati riprendendoli mentre a turno strisciavano tre- quattro tesserini identificativi alla volta.
L’operazione della guardia di finanza di Messina denominata “Badge Sicuro” che fece emergere l’assenteismo di ben 81 dipendenti su 96 dell’Iacp, istituto autonomo case popolari di Messina, prese in esame in particolare 35 giorni lavorativi. Una telecamera nel locale dove c’erano i lettori dei badge accertò come i dipendenti, a piccoli gruppi, si mettevano d’accordo tra loro affinché uno timbrasse i badge magnetici degli altri, consentendo a questi di arrivare in ritardo, andare via in anticipo dal posto di lavoro, o uscire per dedicarsi a faccende personali. Sono circa 1.500 le ore di assenze ingiustificate, in un mese, contestate agli indagati. I 78 imputati sono stati condannati, saranno anche chiamati a risarcire il danno patrimoniale, pari agli stipendi dei periodi di mancata prestazione lavorativa e al danno all’immagine subita dall’amministrazione pubblica.
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