“I rapporti fra la malavita organizzata calabrese e Matteo Messina Denaro sono basati su punti incontrovertibili. Contatti con la ‘Ndrangheta ci sono dai tempi di Riina. Non c’è niente di nuovo”. Lo ha dichiarato Teresa Principato, procuratore aggiunto di Palermo, intervenuta telefonicamente nel corso del programma “Gli Intoccabili”, condotto da Klaus Davi su LaC Tv e che è possibile rivedere al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=scLaNrf1o0o.
“Possiamo affermare dalle nostre indagini che la ‘ndrangheta ha sostenuto la latitanza di Matteo Messina Denaro. In questo momento il suo business principale è soprattutto il traffico di droga. Io credo che tema moltissimo che qualcuno possa venderlo“, ha detto il magistrato.
Una notizia inedita quella che vede la ‘ndrangheta gestire la latitanza dell’ultimo superboss siciliano, anche se Principato sottolinea come “i rapporti fra la malavita organizzata calabrese e Matteo Messina Denaro sono basati su punti incontrovertibili, contatti con la ‘ndrangheta ci sono dai tempi di Riina. Non c’è niente di nuovo”. Il procuratore aggiunto di Palermo ha anche spiegato che “la leadership della ‘ndrangheta è dovuta al fatto che non c’è stato obiettivamente lo stesso lavoro se non da cinque sei anni, da quando è arrivato a Reggio Calabria il dottor Pignatone e adesso De Raho. Ma prima c’erano erano molto pochi risultati”.
Già in passato Nicola Gratteri, ex procuratore aggiunto a Reggio Calabria e nuovo procuratore capo di Catanzaro, aveva sottolineato come si fossero ormai invertiti i rapporti di forza tra calabresi e siciliani. “Ora – aveva detto il magistrato – è Cosa nostra che chiede all’ndrangheta la droga, si rifornisce dalla criminalità calabrese, che ha preso le redini di questo traffico a tutti gli effetti. Anche Cosa nostra americana non parla più italiano, non c’è più il legame di prima con la Sicilia. Adesso la mafia americana si affida ai calabresi per spaccio e traffico, soprattutto di cocaina”.Ed è proprio in relazione alla forza economica e criminale derivata dal narcotraffico su scala mondiale che Messina Denaro ha deciso di affidarsi agli ‘ndranghetisti. Come dire che sono i calabresi a proteggere l’eterna fuga del pupillo di Totò Riina, l’ultimo boss stragista latitante ormai dal lontano 1993.
Ecco altri estratti dell’intervista:
“A gente come Messina Denaro del carcere non frega nulla tanto una volta usciti, ammesso che accada, tornano a fare le cose di prima. Sono i soldi che li fanno impazzire”.
“Non ho mai parlato di avvicinamento con la figlia. Per quello che sono le nostre indagini questo non è venuto alla luce. Non ci sono stati segnali di dissociazione, assolutamente no” ha detto Principato in merito al rapporto tra il boss latitante Matteo Messina Denaro e sua figlia.
“Stiamo ottenendo un importante successo poiché il cognato di Matteo Messina Denaro ha rivelato molte cose di quel personaggio, definendolo un parassita, uno che vuole solo soldi e si disinteressa di ogni altra cosa” . “Ha raccontato tutta una serie di altre cose che per la famiglia sono state certamente un danno, quindi una grossa falla – ha proseguito la dott.ssa Principato –. Noi verifichiamo anche dalle intercettazioni, dalle indagini in corso una grande sfiducia nei confronti di questa persona soprattutto perché non si manifesta lasciando il paese anche per le necessità più urgenti, in stato di abbandono”
Per rivedere la puntata integrale http://gliintoccabili.it/index.php/puntate.
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