Last updated on 12 giugno 2018
Il presidente dell’Ars e commissario di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, commenta le amministrative svoltesi in Sicilia. “Gli iettatori erano già pronti a scommettere che la barca sarebbe affondata e invece si ritrovano davanti l’Amerigo Vespucci. Forza Italia in Sicilia resta il baricentro dell’intera coalizione e grazie ai suoi numeri consegna le chiavi di alcuni dei municipi siciliani più importanti al centrodestra”.
“Se il partito del Presidente Musumeci avesse organicamente fatto parte della coalizione – continua Miccichè – avremmo ottenuto anche qualcosa in più. Indicativo, infine, il dato complessivo dei partiti dell’alleanza di Governo nazionale: un misero 10%. La sola Lega il 2%”.
Sull’altro fronte, quello del Partito Democratico, ci si lecca le ferite soprattutto per la sconfitta di Catania. “Anche a Catania la destra è riuscita a capitalizzare il malumore dei cittadini. Prendiamone atto per ricostruire il centro sinistra ricominciando dalle forze sociali e da quei cittadini che non si rassegnano al linguaggio della barbarie e alla logica del nemico”. Lo il parlamentare regionale Pd Anthony Barbagallo. “Occorre definire un nuovo progetto di società da costruire assieme alle molteplici realtà associative presenti nel territorio e riaprire un dialogo con tutti coloro che pur condividendo gli stessi valori ai quali si ispirano le forze politiche del centro sinistra, non votano per il centro sinistra impegnando il massimo delle energie per raggiungere l’unità. Il Pd – continua – deve essere inclusivo e recuperare tutte le risorse umane migliori, senza veti e primogeniture. Non esistono ricette semplici ed universali, ma è necessario affrontare con determinazione la crisi profonda che stiamo attraversando. Attorno alle politiche per i migranti, ad esempio – prosegue Barbagallo – si gioca il futuro di tutte le comunità. In un momento in cui ansia e preoccupazioni prevalgano, è necessario affrontare seriamente le paure dei cittadini dando priorità ai temi della sicurezza e di una maggiore equità sociale – conclude – rifiutando in ogni caso l’idea che differenze di razza o di genere possano essere viste come la causa del collasso dell’ordine pubblico”.
Di altro tono invece il senatore dem Davide Faraone. “Le elezioni amministrative dimostrano che il Pd è un po’ ammaccato, ma c’è. Ma questo è l’ultimo dei miei pensieri in queste ore. C’è una nave in mare che se alziamo la testa la vediamo, ci sono donne e bambini bloccati dai nuovi potenti, da chi fa il forte con i deboli. Un monocolore verde militare che dobbiamo contrastare. Verde militare che ha cannibalizzato il giallo del M5S, scomparso politicamente ed elettoralmente. Verde per la rabbia e l’odio che esprime verso il diverso, di chi giura sul Vangelo, che prevede, come tutti voi sapete, di lasciare la gente morire in mare. Verde come la faccia di un capo padano che crede solo nel matrimonio tradizionale, quello degli altri naturalmente, lui va in deroga. Verde nel senso che lascia “al Verde” i più poveri, perché solo i ricchi dovranno pagare meno tasse. Contro questo potere sordo e cieco dobbiamo fare un’opposizione seria e responsabile, ma senza nessun “maanche”. Abbiamo un “nuovo campo” da esplorare, dobbiamo motivare chi ci ha mollato nelle passate elezioni, votando altri partiti o astenendosi. Dobbiamo essere riferimento dei tanti moderati, cattolici, liberali, che hanno votato centro destra in passato, ma che con questi estremisti, non vogliono avere nulla a che fare. Dobbiamo parlare soprattutto alle nuove generazioni, quelle del lavoro precario e dei senza pensione. Quelli che, anche senza lavoro e senza pensione, si tufferebbero in mare per salvare una vita umana. Ne conosco tanti, soprattutto dalle mie parti. In Sicilia, al Sud. Prima i giovani, quindi. Nessuna rottamazione per carità, ma o si costruisce un partito che pulsa di futuro, frequentato da ragazze e ragazzi senza paura del progresso o avremo fatto solo “chiacchiere e distintivo”.
Il capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars, Valentina Zafarana, non ci sta assolutamente a parlare di flop in questa tornata elettorale e stoppa sul nascere chi in questo appuntamento con le urne prova a vedere l’inizio della parabola discendente del M5S.”Un risultato sicuramente positivo. Il raffronto con le amministrative degli anni passati racconta di un Movimento in continua crescita, che conquista un altro Comune (Pantelleria), lotta per conquistarne un secondo (Acireale) e per confermarne un terzo (Ragusa) e intanto piazza oltre 50 consiglieri comunali all’interno di importanti amministrazioni, anche dove non eravamo presenti, come a Catania, Acireale e Messina. In quest’ultimo Comune entriamo in forze, con 7 o addirittura 9 consiglieri. L’errore è confrontare i dati di oggi col boom delle politiche, dove sono in gioco dinamiche completamente diverse e il voto d’opinione riesce a farsi spazio a differenza di quanto accade nelle comunali. Su cinque comuni a livello nazionale in cui il Movimento 5 Stelle va al ballottaggio, due si trovano in Sicilia. Anche nel 2013, dopo gli ottimi risultati delle regionali e delle politiche ‘ afferma – ci fu chi si apprestò a vaticinare l’inizio della fine del M5S, salvo poi essere clamorosamente smentito dalle regionali dello scorso anno e, soprattutto, dalle recenti politiche che ancora bruciano sulla pelle di tutti gli schieramenti politici. Rispetto al 2013 – continua la deputata – abbiamo aumentato mediamente la percentuale dei voti ottenuti almeno del 20 per cento, con punte di incremento in alcuni Comuni addirittura del 33 per cento. Se questi sono numeri di una forza politica in crisi… E c’è sempre da tenere conto la legge elettorale che non ci favorisce certamente e il fatto di doverci confrontare ad ogni tornata con raggruppamenti di liste che mettono assieme decine e decine di candidati”.
“Il voto di domenica in Sicilia premia la coalizione del governo regionale. Il centrodestra unito vince senza troppa difficoltà in grossi e piccoli centri, da Catania a Ventimiglia, andando quasi ovunque al ballottaggio con i propri candidati a sindaco. Serve adesso un sereno confronto al di là dello Stretto per tentare di definire una strategia unitaria del centrodestra nei confronti del governo centrale”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
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