Il lavoro prima di tutto, ma anche infrastrutture, dissesto idrogeologico, formazione professionale, rifiuti. Sono i temi del XII Congresso regionale della Cisl Sicilia, che giovedì e venerdì sarà chiamato a eleggere i vertici che guideranno il sindacato nel prossimo quadriennio. “Il lavoro, le persone, la comunità in cerca di futuro”, è il titolo del congresso, che si terrà al San Paolo Palace di Palermo e sarà concluso dalla leader nazionale Anna Maria Furlan.
Ad anticipare le tematiche della due giorni, nel corso di un forum organizzato dall’Italpress, il segretario generale uscente Mimmo Milazzo. “Dobbiamo ridare speranza ai giovani, bisogna utilizzare bene le risorse a disposizione, la spesa della Pubblica amministrazione deve essere velocizzata. L’obiettivo è lo sviluppo del sistema Sicilia, le risorse del Patto per il Sud possono aiutarci a farlo”.
Su diversi versanti, denuncia il segretario Cisl, “l’azione del Governo regionale in questi anni è stata a dir poco deludente”, basti pensare alla riforma delle Province, “rimasta incompiuta”, una riforma che “ha creato un doppio problema: servizi che non ci sono e incertezza per i lavoratori, rimasti senza stipendio”.
In questi anni, aggiunge il leader cislino, “si è assistito al crollo della viabilità secondaria, alcuni paesi non sono più collegati”. “Ed è a rischio anche l’incolumità di tanti alunni, visto che, nonostante il territorio siciliano sia altamente sismico, manca – sostiene Milazzo – un vero piano di edilizia scolastica, molti istituti sono stati costruiti prima della legge anti-sismica”.
Fra i temi sul tappeto, quello della Formazione professionale: “eliminare le patologie non significa eliminare la forza lavoro, come è invece accaduto”. Dalla Formazione ai rifiuti, Milazzo ricorda che la Sicilia è “l’unica regione d’Italia a non avere termovalorizzatori. Non si possono più accumulare rifiuti nelle discariche, ormai sature. La raccolta differenziata è mediamente al 12%, la situazione nei grandi centri è drammatica. Occorre un piano energetico regionale”.
Ma qual è la causa di questo stato di cose? Come si è arrivati fino a questo punto? “Negli ultimi anni – risponde Milazzo – la classe politica non si è espressa al meglio. I partiti arrancano, non riescono a dare vita a nuove leadership. E poi c’è la burocrazia… L’autonomia non va sprecata, è un valore. Un esempio? Il Trentino ha soltanto il 3% di disoccupazione, in Sicilia siamo al 22%”.
Torna quindi il tema del lavoro che non c’è: “Dal 2008 al 2015 sono andati via dall’Isola 65 mila laureati, soltanto 25 mila sono tornati – ricorda Milazzo -. Il dato è veramente drammatico, la classe politica si deve interrogare. Non possiamo più permetterci che le eccellenze vadano all’estero”.
La legislatura volge al termine, è tempo di bilanci per il Governo Crocetta: “È mancata un’interlocuzione seria con la Regione, con la presidenza nelle specifico – denuncia Milazzo – È mancata una visione d’insieme. Noi avevamo riposto fiducia in questo Esecutivo, fiducia che è via via scemata per i comportamenti anomali che il Governo ha avuto. Non è normale aver cambiato cinquanta assessori, significa che non c’è programmazione, si improvvisa. Aver commissariato tutto, poi, è una patologia che non ci appartiene, ne va della democrazia. È come se si fosse voluto accentrare tutto in mano di poche persone ma questo è un danno per il sistema socio economico”.
Al sindacato non è piaciuta nemmeno la Finanziaria approvata dall’Ars: “Il testo definitivo non lo abbiamo visto, ma è comunque un documento nato senza il confronto con le forze sociali e imprenditoriali. Eppure avremmo potuto dare il nostro contributo. Il fondo pensioni? Bisogna analizzare bene il contesto, a me la finanza creativa non è mai piaciuta, mi sembra un sistema un po’ pasticciato. In generale – prosegue Milazzo – non mi sembra ci siano elementi di grande novità. Si tenta di galleggiare. La Finanziaria andrebbe approvata entro il 31 dicembre di ogni anno, non si può programmare da giugno in poi… Ciclicamente dobbiamo far fronte a una legge monca, che non guarda al futuro. Non c’è una prospettiva”.
Secondo la Cisl non si può fare altro, a questo punto, che auspicare una svolta alle prossime elezioni regionali di novembre:“Al di là degli schieramenti politici vogliamo guardare ai programmi dei partiti, discutere con i candidati per dare il~nostro contributo”, conclude Milazzo.