Last updated on 21 dicembre 2018
Le accuse erano gravissime, ma del tutto infondate. Un vero e proprio attacco alla libera informazione e al diritto di cronaca e di critica quello contenuto nei tre esposti con i quali la dirigente Patrizia Monterosso, oggi direttrice della Fondazione Federico II ed ex Segretario generale della Presidenza della Regione siciliana ha contestato al giornalista Accursio Sabella addirittura il reato di “atti persecutori”, cioè stalking.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Fabrizio Molinari, ha quindi archiviato, considerandole prive di fondamento, le denunce sporte da Monterosso, nei confronti del giornalista oggi direttore responsabile del quotidiano “LiveSicilia” Accursio Sabella.
Le accuse avanzate dall’alto burocrate nei confronti del cronista erano molto gravi: non solo il reato di diffamazione ma, come si è detto, addirittura di “stalking” sarebbe stato commesso dal giornalista nell’esercizio della propria attività giornalistica. Nelle copiose denunce, spuntano persino le accuse di “molestie” ed “estorsione”.
Tutto quanto è stato archiviato, dopo che la stessa Procura, in estate, aveva chiesto l’archiviazione dopo una attenta indagine. Nonostante ciò, Monterosso ha deciso di opporsi alla richiesta di archiviazione del Pubblico ministero Federica La Chioma, rendendo necessaria una udienza preliminare lo scorso 8 novembre nel corso della quale ha ribadito le pesanti accuse al giornalista. Accuse respinte definitivamente anche dal Gip Fabrizio Molinari, in una ordinanza che non lascia spazio a ombre e dubbi.
L’avvocato Marcello Montalbano, difensore del giornalista Sabella esprime “grande soddisfazione per questo provvedimento che certifica in modo chiarissimo l’assoluta professionalità del giornalista accusato dalla dirigente”. L’avvocato Montalbano fa poi rilevare come il Giudice nel suo provvedimento abbia più volte sottolineato come l’intera attività di Sabella, contestata dalla burocrate, rispetti totalmente i canoni della corretta informazione.
Il Gip infatti, tra le altre cose, nell’ordinanza ha affermato: “Risultano essere sempre stati rispettati dal Sabella i limiti della veridicità della notizia, dell’interesse pubblico alla diffusione della stessa e della continenza delle espressioni usate”. Sabella ha quindi sempre scritto il vero e nella forma corretta. E ancora, il giudice aggiunge: “Corrisponde a verità che la Monterosso è stata condannata dalla Corte dei Conti …. così come che, nei confronti della stessa, era pendente, all’epoca della pubblicazione degli articoli, un procedimento penale per il diritto di peculato”.
E il giudice non si esprime solo nel merito degli articoli, ma anche sulla forma: “Il lessico usato dal giornalista Sabella – scrive il giudice Molinari – non ha mai assunto toni offensivi, ingiuriosi ed irriguardosi”. Nell’ordinanza, il Gip scende anche nel dettaglio di singoli articoli, per confermare la bontà e la correttezza dell’operato del giornalista. Lo stesso dicasi per il reato di “atti persecutori” (stalking): “L’attenzione giornalistico-mediatica sulla figura di Patrizia Monterosso – scrive ad esempio il giudice – sempre nella sua qualità di alto dirigente regionale, risulta ancor più accentuata dal fatto che la stessa è stata interessata da vicende giudiziarie di una certa gravità”.
“La mia solidarietà e la mia stima per Accursio Sabella, trascinato in giudizio ed accusato di “stalking” per aver fatto con schiena dritta il proprio mestiere di giornalista – ha dichiarato il Presidente della Commissione antimafia dell’Ars, Claudio Fava -. Un tentativo, naufragato, di dissuadere la libera informazione dal raccontare senza genuflessioni il potere.
È il segno che occorre, rapidamente, un intervento legislativo per normare efficacemente, come accade in molti paesi d’Europa, le querele temerarie. Ma è anche la dimostrazione che esiste una magistratura, a Palermo, determinata a far prevalere le logiche e le regole del diritto, senza ossequio per alcuno”.
“Il Gruppo siciliano dell’Unci – è scritto in una nota – accoglie con grande soddisfazione la decisione del giudice per le indagini preliminari di Palermo, Fabrizio Molinari, di archiviare le accuse mosse dalla direttrice della Fondazione Federico II Patrizia Monterosso, nei confronti del direttore di LiveSicilia Accursio Sabella. Il cronista era stato querelato per diffamazione e stalking nonché per molestie e persino per estorsione. Le accuse sono state ritenute dal Gip del tutto prive di fondamento. Il giudice ha sottolineato nel suo provvedimento come l’intera attività di Sabella, contestata dalla burocrate, ha rispettato totalmente i canoni della corretta informazione”.
“Se fare domande fastidiose al potere, sia esso potere politico o potere burocratico, è da considerare stalking – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – che ben venga questo tipo di stalking. In tempi in cui una parte della politica vorrebbe e fa di tutto perché il giornalismo sia quanto più silenzioso e accondiscendente possibile, l’archiviazione dell’indagine contro il giornalista Accursio Sabella va ben oltre il caso specifico perché ricorda che il ruolo fondamentale dei giornalisti, quello di informare, va difeso perché costituisce uno strumento fondamentale per la democrazia”.
Anche l’Ordine dei giornalisti di Sicilia esprime soddisfazione per la decisione del Gip di Palermo di archiviare, ”considerandole prive di fondamento, le accuse per i reati di diffamazione e stalking – commessi nell’ambito dell’attività giornalistica – contenute in tre esposti presentati dalla dirigente Patrizia Monterosso, oggi direttrice della Fondazione Federico II ed ex segretario generale della Presidenza della Regione siciliana, contro il giornalista Accursio Sabella, direttore di Live Sicilia”. Accuse inverosimili – dice l’Odg – che dimostrano per l’ennesima volta il fastidio avvertito dalla burocrazia e da certa politica avverso le critiche della stampa libera, con conseguenti tentativi di intimidirla ricorrendo sempre più spesso a querele e ad esposti pretestuosi. Una “pratica” – continua la nota dell’Ordine – purtroppo sempre più diffusa, ma che l’autorità giudiziaria ha dimostrato di comprendere, rispedendo sempre più spesso al mittente – 9 su 10 i colleghi assolti o prosciolti in Sicilia – le accuse rivolte verso i giornalisti, ai quali l’Ordine sarà sempre vicino, esortandoli a fare il loro lavoro con la professionalità che, come nel caso di Sabella, tutti riconosciamo e apprezziamo. E al quale manifestiamo ampia solidarietà”.
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