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Nasce il marchio Born in Sicily, l’Ars da il via libera alla legge

Il Born in Sicily diventa legge. L’Ars ha dato il via libera, infatti, alla nuova legge per tutelare le risorse agroalimentari siciliane: da ora in poi avranno il marchio “Born in Sicily”, per contrastare l’omologazione  del comparto agro alimentare a livello europeo.

Per attuare la salvaguardia dei prodotti agroalimentari siculi verrà istituto il Repertorio volontario regionale, la Rete di conservazione e salvaguardia delle risorse genetiche autoctone che serve a mantenere in vita le specie a rischio di estinzione attraverso la conservazione del materiale genetico di interesse regionale e l’istituzione della figura dell’”agricoltore custode”, cioè una persona che provveda alla conservazione in azienda di queste risorse.

“E’ stato approvato soprattutto il senso della legge – afferma l’assessore all’Agricoltura Dario Cartabellotta che ha voluto fortemente la norma – cioè che la terra di Sicilia è storicamente legata ai prodotti agricoli. Il “Born in Sicily” è come un compendio di alimentazione e di agricoltura di tremila anni di storia. Si è stabilita anche la possibilità di tutelare questa storia in ambito nazionale ed internazionale. Così, ad esempio, porremo fine alle problematiche legate al vino Nero d’Avola, che in Sicilia produciamo in 18mila ettari di vigneti, ma si trova nel resto del mondo inalmeno 70 mila ettari. Bloccheremo tutti coloro che fanno un copyright delle arance rosse colorando le bevande con i coloranti. Tuleremo anche una serie di varietà che oggi sono di grande interesse, ad esempio il pane nero di Castelvetrano. Il concetto di Born è quello che premia la terra che genera i prodotti e non più solo “made in Italy” dove un prodotto come la pasta è realizzato in Italia, ma con il grano che proviene dall’Ucraina”.

Il principio di tutelare i prodotti della terra siciliana è diventato necessario perché negli ultimi decenni c’è stata una forte spinta all’intensivizzazione delle colture che ha portato il rischio di estinzione di tantissime varietà coltivate fino a qualche decennio fa. Le nuove esigenze dell’agroindustria hanno causato la perdita di variabilità qualitativa dei prodotti con l’omologazione del “gusto” e la perdita del tradizionale legame tra territorio, tradizioni e abitudini alimentari. L’obiettivo  delle produzioni agroalimentari siciliane è quello di puntare sull’identità di gusti contro i sapori troppo spesso standardizzati e omologati.

La legge attribuisce una serie di compiti all’assessorato regionale delle Risorse agricole e alimentari senza oneri per il bilancio regionale. Verrà istituito il Repertorio volontario regionale delle risorse genetiche, per consentire la tutela delle varietà e delle razze locali e sarà suddiviso nella sezione animale e vegetale. Istituzioni come le Università, enti pubblici, associazioni, organizzazioni private ma anche singoli cittadini possono fare proposte d’inserimento di razze nel Repertorio regionale.

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