Press "Enter" to skip to content

Nel 2016 recuperati in Sicilia 930 reperti d’interesse storico: 90 persone denunciate

Last updated on 16 giugno 2017

Le attività condotte nel 2016 dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) in Sicilia hanno visto impegnati i militari del Nucleo di Palermo e della dipendente Sezione di Siracusa in molteplici ambiti di intervento, con una particolare attenzione al traffico illecito di beni archeologici e ai furti di beni culturali.

Nel 2016, il contrasto al traffico illecito di beni archeologici ha registrato importanti successi. In primo luogo, il recupero della “Testa di Ade”, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura di Enna. Il reperto, capolavoro inestimabile d’epoca ellenistica, era stato trafugato alla fine degli anni ’70 a Morgantina ed illecitamente esportato a Los Angeles. A seguito della restituzione, la “Testa” è tornata in Sicilia e consegnata al museo archeologico di Aidone (EN).

L’impegno investigativo ha avuto la massima espressione nell’operazione “Himera” che ha permesso di smantellare un’organizzazione dedita al traffico di reperti archeologici scavati in vari siti siciliani e destinati all’illecita esportazione in Germania. L’attività, diretta dalla Procura di Termini Imerese, si è conclusa a maggio, dopo quasi due anni di indagini, con l’esecuzione di 3 misure cautelari personali, la denuncia di 22 persone e il sequestro di 409 reperti archeologici di epoca greca e romana (recuperati complessivamente dall’inizio delle indagini). Inoltre, il Nucleo ha preso parte all’operazione internazionale “Pandora”, sequestrando, a Sciacca, 170 reperti di epoca greca, provento di scavi clandestini.

L’operazione, supportata dall’Arma territoriale e in collaborazione con la Direzione Centrale Antifrode e Controllo dell’Agenzia delle Dogane, è stata coordinata da Interpol con l’obiettivo di contrastare, simultaneamente in più Paesi, la commercializzazione di beni d’arte di provenienza illecita. Infine, il costante monitoraggio del web ha permesso di localizzare e sequestrare 310 reperti archeologici, posti in vendita illecitamente attraverso piattaforme telematiche.

In tema di furti di beni culturali, nel 2016 – confermando un trend degli ultimi anni – non vi sono state sottrazioni di notevole valore. Sono stati denunciati 29 furti a fronte dei 22 dell’anno precedente. I luoghi più colpiti sono stati quelli di culto (40%), quelli espositivi (27%) e le abitazioni private (23%). In merito, va osservato come gran parte dei furti avvenuti presso musei e biblioteche (prevalentemente beni archivistici) sono emersi a seguito di controlli inventariali. Pertanto, pur venendo registrati nel 2016 possono riferirsi ad eventi commessi negli anni precedenti, in un arco temporale imprecisato.

In tale ambito, tra le attività svolte da Nucleo nel 2016, si segnalano il recupero, a Palermo, di un dipinto ad olio su tavola, risalente al XIX sec., raffigurante “Cristo deposto”, rubato 30 anni fa da un’abitazione privata a Carini (PA) e il sequestro di un libro antico intitolato “Biblia, ad vetustissima exemplaria, venetiis”, risalente al 1587, asportato dal convento dei frati minori cappuccini di Modica (RG). Intensa è stata anche l’attività di prevenzione dei reati, condotta in sinergia con l’Arma Territoriale, il Raggruppamento Aeromobili Carabinieri e in collaborazione con le competenti Soprintendenze, sviluppata attraverso l’esecuzione di 608 controlli. Questa attività comprende i controlli alla sicurezza anticrimine degli obiettivi a rischio (musei, biblioteche, aree archeologiche) nonché delle aree tutelate da vincoli paesaggistici

Be First to Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.