Last updated on 7 marzo 2021
Nuovo scontro all’interno della Giunta Crocetta. Oggi il governatore, tornato dopo un’assenza di una settimana per un piccolo intervento, ha convocato i partiti della maggioranza per illustrare i contenuti della manovra finanziaria. L’appuntamento è per le 14 di oggi, a palazzo d’Orleans, «per l’avvio del confronto politico-istituzionale sulla bozza/ipotesi di legge finanziaria, concordata tra Presidenza e assessorato all’Economia». Per il segretario regionale dell’Udc, Giovanni Pistorio, «che i partiti della maggioranza e il presidente della Regione si incontrino è fondamentale per definire le priorità e i contenuti dei provvedimenti indispensabili, a partire dalla finanziaria, per affrontare questa fase difficile, ma è anche una concretizzazione di quelle corresponsabilità tra le forze politiche e il presidente che l’Udc ha sempre auspicato e che è elemento costitutivo dell’accordo politico che ha determinato la formazione dell’ultimo governo». Secondo Giuseppe Picciolo, capogruppo del Pdr, «con il Dpef redatto dall’assessore Baccei, possiamo affermare che il “re è nodo”. La situazione finanziaria della Sicilia emerge nella maniera più netta e il governo regionale, di cui il Pdr è parte attiva, non ha più alibi».
Crocetta prende le distanze sulla bozza preparata dall’assessore all’Economia Baccei. «La Finanziaria scritta dall’assessore Baccei è solo una bozza. Ci sono cose che il governo non condivide. E, soprattutto, non può essere la Finanziaria della disperazione ma quella della speranza». Queste le parole di Crocetta, dopo che in tanti, tra i banchi della maggioranza avevano criticato le anticipazioni che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi, soprattutto per quanto riguarda i tagli agli enti locali (indennità e numero di consiglieri e giunte) e alle partecipate, e per il blocco alle assunzioni nella pubblica amministrazione. Per Crocetta «non è vero che i sindaci guadagnano troppo. Il loro stipendio è inferiore a quello di un direttore generale. E alcuni abbandonano il lavoro per dedicarsi all’amministrazione. Non possiamo tagliare loro i compensi. Magari lo si può fare a chi fa ha mantenuto anche il lavoro da professionista». Il presidente vorrebbe correggere anche la norma con cui Baccei punta a ridurre anche il numero dei consiglieri comunali dalla prossima legislatura: «Si può tagliare il numero ma bisogna rivedere la proposta dell’assessore perchè in alcune città si riducono troppo».
Il presidente avalla invece i tagli ai dirigenti regionali, i prepensionamenti e la riduzione degli assegni di quiescenza del 20% che Baccei ha inserito nella sua bozza di Finanziaria e ricorda però che «queste sono norme che ho sempre proposto io e che l’Ars mi ha bocciato». Crocetta corregge invece l’assessore su un punto cruciale della sua manovra, le assunzioni: 900 alla Regione dopo i 2.500 prepensionamenti, 300 all’Arpa e qualche decina nella partecipata Parco scientifico e tecnologico oggi guidata da amministratori vicini all’area renziana. «Sarebbe una follia – precisa Crocetta – lo Stato non ci darebbe mai il via libera ai prepensionamenti sapendo che vogliamo fare assunzioni. E anche la Corte dei Conti non sarebbe d’accordo. L’unica soluzione dopo i tagli è la mobilità».
Sulla Sicilia grava il pregiudizio di «Regione sprecona», in balia della mafia. Ma anche su questo punto Crocetta è stato esplicito: «Alla luce degli scandali sull’Expo e su “Mafia Capitale” è fuori dubbio che le lezioncine moralistiche che arrivavano dal Nord non sono più credibili. In Sicilia si comincia a fare sul serio sulla questione morale, ma al Nord sono molto disattenti». Ed ancora: «Da Roma non accettiamo lezioni, ma contributi seri in un rapporto di collaborazione per lo sviluppo della Sicilia e di rigore legato alla crescita. Ma il rigore senza crescita è soltanto depressione. Sono sicuro che noi siciliani ce la faremo». Crocetta ha difeso, ancora una volta, il lavoro fatto dai suoi governi ed ha attribuito a chi ha gestito in passato le responsabilità «dell’attuale difficoltà finanziaria della Regione». Anzi, «l’azione di rigore che abbiamo avviato col mio governo ha segnato un cambio di rotta, come ci è stato riconosciuto dagli osservatori nazionali e persino dalle agenzie di rating internazionali. Abbiamo tagliato sprechi per 2,9 miliardi, abbiamo cominciato a pagare i debiti e abbiamo chiuso l’ultimo bilancio con un avanzo positivo. Negli ultimi due anni – ha concluso – abbiamo fatto le migliori performance tra le Regioni in materia di spesa sanitaria, le entrate effettive della Regione non sono diminuite soprattutto per effetto della spesa dei fondi Ue che il mio governo ha rilanciato rispetto a un passato nefasto».
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