Nella lotta contro l’obsolescenza programmata, Altroconsumo, insieme ai partner europei di Euroconsumers, è pronta a procedere con una class action nei confronti di Apple per chiedere un giusto risarcimento per i consumatori italiani che hanno subito nel corso degli anni le pratiche scorrette dall’azienda californiana, riconosciute anche dalle autorità italiane.
Dal 2014, Altroconsumo ha raccolto i casi dei consumatori che lamentavano problemi di performance dei propri iPhone in seguito ad aggiornamenti del software. Anche grazie a queste segnalazioni inviate all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nel 2018, l’azienda è stata sanzionata per 10 milioni euro per pratiche commerciali scorrette e aggressive.
Il ricorso di Apple al TAR del Lazio è stato respinto a maggio di quest’anno. Il Tribunale ha quindi confermato che la società di Cupertino ha rilasciato gli aggiornamenti del firmware iOS 10 e 10.1.2 per gli iPhone 6/6Plus/6s/6sPlus, senza informare adeguatamente i consumatori della riduzione sensibile delle prestazioni che avrebbero subito i loro dispositivi.
L’azienda ha risposto a queste accuse affermando che l’aggiornamento era necessario per evitare spegnimenti improvvisi dei dispositivi e ha avviato una campagna di sostituzione della batteria a prezzo ridotto. Questo intervento è risultato insufficiente e non ha portato, nel nostro Paese, a un equo risarcimento dei consumatori colpiti dall’obsolescenza programmata.
Negli USA, grazie ad una class action, i consumatori sono riusciti a ottenere 500 milioni di dollari dalla big tech californiana che recentemente ha accettato di pagare 113 milioni per chiudere le cause in corso in 33 Stati americani.
I consumatori di Belgio, Italia, Spagna e Portogallo meritano di essere trattati con lo stesso rispetto di quelli americani: per questo motivo Euroconsumers annuncia oggi una class action coordinata contro Apple per le pratiche di obsolescenza precoce chiedendo un risarcimento minimo di 60 euro per consumatore. Belgio e Spagna hanno già avviato le proprie class action mentre Italia e Portogallo si aggiungeranno a breve.
Ivo Tarantino, Responsabile Relazione Esterne di Altroconsumo ha dichiarato: “Abbiamo deciso di intraprendere una class action per le pratiche scorrette e aggressive di Apple per chiedere un risarcimento adeguato per tutti quei clienti che sono stati ingannati per troppo tempo. Le azioni che l’azienda ha intrapreso fino ad ora non sono sicuramente sufficienti.”
L’obsolescenza programmata di molti device elettronici con conseguenti malfunzionamenti sia al software che all’hardware porta inevitabilmente ad un altro grande problema, la difficoltà di riparare questi prodotti. A questo proposito Altroconsumo, in un’indagine per misurare “l’indice di riparabilità” – possibilità di riparazione senza l’intervento di un tecnico – ha aperto e smontato dieci smartphone e quattro tablet, andando a lavorare sulla sostituzione di batteria e schermo.
I risultati dell’indagine parlano chiaro: quasi tutti i device analizzati non sono progettati per essere facilmente riparabili. Alla difficoltà nella riparazione si aggiunge inoltre il problema dei pezzi di ricambio, spesso introvabili. Tutto questo spinge inevitabilmente i consumatori a cambiare con più frequenza il proprio smartphone/tablet andando ad impattare fortemente sia sul proprio portafoglio che sull’ambiente, incrementando il cosiddetto E-waste (rifiuti tecnologici).
Altroconsumo, al fine di tutelare i consumatori dalla pratica scorretta dell’obsolescenza precoce, ha lanciato a fine 2019 il progetto PROMPT mettendo a disposizione una piattaforma online dove è possibile segnalare telefoni, tablet e altri apparecchi elettronici che hanno smesso di funzionare troppo presto.
Obiettivo dell’iniziativa è rappresentare le dimensioni del fenomeno e sensibilizzare le aziende verso politiche più corrette e sostenibili. Ad oggi sono oltre 700 le segnalazioni dei consumatori italiani, di queste, il 50% riguardano gli smartphone.
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