Ben 5.500 lavoratori rischiano di perdere il posto nelle 10 vertenze che riguardano altrettante imprese in Sicilia e che sono al tavolo del Ministero dello Sviluppo economico.
In provincia di Palermo sono due le crisi aziendali più importanti: quella di Almaviva, che conta 2.800 dipendenti in cassa integrazione, e quella dell’ex Fiat di Termini Imerese in cui sono 573 gli operai che attendono di rientrare al lavoro nello stabilimento oggi della Blutec. Vertenze anche per gli impianti Italtel e Selcom di Carini.
A Gela sono mille i lavoratori messi in stand-bye dalla riconversione “verde” della raffineria dell’Eni. A Catania a traballare sono gli operai della Tecnis, circa 900, e quelli della Myrmex, una sessantina. In crisi anche la Ksm, azienda di security, con 300 posti a rischio, poi le mense scolastiche in provincia di Messina. A Pozzallo il cementificio Colacem conta 51 dipendenti in cassa integrazione.
A queste si aggiungono tante altre piccole vertenze, soprattutto nel settore del commercio, che fanno lievitare di molto il numero dei posti di lavoro a forte rischio nei prossimi mesi.
Intanto, c’è anche una buona notizia: raggiunta un’intesa tra i sindacati del commercio di Cgil, Cisl e Uil e Coop Sicilia che scongiura i 273 licenziamenti annunciati a giugno. Dopo una lunga trattativa sindacati e azienda hanno infatti sottoscritto un’ipotesi di accordo che permetterà di gestire gli esuberi con misure alternative ai licenziamenti. Sul testo sarà ora effettuata dai sindacati la consultazione certificata dei lavoratori. Previsti il ricorso agli ammortizzatori sociali, alla cassa integrazione straordinaria, incentivi per eventuale mobilità volontaria e la flessibilità regolamentata degli orari di lavoro ( più ore in alcuni periodi, meno in altri) a salario invariato.
“Esprimiamo soddisfazione per il risultato registrato, – afferma Salvo Tavolino, della Filcams Cgil Sicilia – che permetterà la salvaguardia dei livelli occupazionali grazie al grande e travagliato lavoro delle organizzazioni sindacali, evitando, peraltro, le pesanti deroghe al contratto nazionale che Coop aveva richiesto ad ogni incontro precedente”. L’accordo prevede anche garanzie occupazionali per i lavoratori dei punti vendita in chiusura o oggetto di cessione, che potranno rimanere in Coop Sicilia.“Adesso – conclude Tavolino- la consultazione dei lavoratori , quale fondamentale passaggio di democrazia sindacale per chiudere una trattativa particolarmente delicata come questa”.