La Sicilia è molto indietro nella realizzazione dell’amministrazione aperta e della trasparenza totale. Sopratutto nella pubblicazione delle informazioni sulle decisioni e sui costi degli organi politici (non sono pubblicati in rete, ad esempio, la gran parte dei provvedimenti degli organi del governo regionale, se non quelli pubblicati sulla Gurs) e negli enti e società partecipati. L’isola è ben lontana dal veder applicata la normativa anticorruzione e la trasparenza totale.
E’ quanto emerge dalla presentazione del I’ “Rapporto sull’Open Government in Sicilia” illustrato oggi al Dipartimento DEMS dell’Università di Palermo. Sono stati esaminati al 31-12-2013 tutti i siti dei diversi Dipartimenti dell’amministrazione regionali e di alcuni enti (IRSAP, Asp Palermo, camera di commercio di Enna) e società partecipate (Irfis Spa, Ast Spa, Gesap) da Regione ed amministrazioni locali.
Il rapporto evidenzia la sostanziale opacità delle informazioni, spesso risalenti o incomplete, lo scarso utilizzo degli open data, l’inesistente bidirezionalità. Gran parte delle prescrizioni della normativa sulla trasparenza totale risultano disattese, mentre, tranne alcune eccezioni, quando sono complete recano obsoleti risalenti al 2012 o, addirittura, al 2011.
Particolarmente allarmante la situazione delle società partecipate che si sottraggono per molti versi all’attuazione della normativa sulla trasparenza. Poche informazioni sui c.d. costi della politica e sugli adempimenti connessi. Non meno ermetica appare la situazione dell’Irfis S.p.A. o dell’AST s.p.a. (In violazione delle circolari regionali e della circ. Min. P.A. 2/2013). Ritardi sono stati rilevati anche nell’applicazione del d.lgs n. 39/2013 e delle previsioni sostitutive.
E ciò, nonostante la Sicilia abbia, per alcuni versi, anticipato il legislatore statale con il Codice antimafia ed anticorruzione approvato nel 2009 (del quale alcuni dei contenuti si trovano nella legislazione successiva), l’adozione del Piano regionale per l’innovazione tecnologica (Pitre, nell’ambito del recepimento del codice dell’amministrazione digitale) e l’elaborazione di un
articolato assetto di open data nel 2011-12. Quel che la rende ‘aperta’ oggi non è la presenza dei cittadini nei luoghi nei quali si assumo le decisioni (diretta o via streaming), ma piuttosto il fatto che le istituzioni elettive e gli eletti possano essere giudicati in termini concomitanti da persone, associazioni, imprese attraverso gli strumenti dell’open government. La trasparenza totale ed i dati aperti (open data) rappresentano presidi di legalità ed efficienza ai quali le amministrazioni non possono sottrarsi poiché costituiscono la nuova frontiera dei diritti di cittadinanza e della democrazia partecipativa. La rete, se coniugata agli strumenti dell’Amministrazione aperta (Open government), diventa uno straordinario strumento di controllo da parte dei cittadini per contrastare inefficienze, corruzione e malamministrazione, di trasparenza e di partecipazione.
Si è così svolta un’ampia analisi sull’applicazione che hanno avuto le previsioni della normativa anticorruzione e del conseguente decreto applicativo (l. n. 190/2012 e d.lgs. n. 33/2013) in materia di trasparenza amministrativa nell’amministrazione regionale siciliana e nei principali organismi partecipati (enti e società). L’Italia, infatti, analogamente a quanto previsto nell’ordinamento europeo e sulla base di importanti esperienze straniere – prima tra tutte la Open Government initiative dell’Amministrazione Obama -, ha varato una codificazione degli obbl ighi di pubbl icità e trasparenza del l e amministrazioni pubbliche, introducendo importanti modifiche al previgente regime riconoscendo un diritto generalizzato del cittadino all’informazione amministrativa ed all’usabilità dei dati, rafforzandone i connotati di struttura di servizio per la collettività e le imprese.
Il rapporto è stato redatto sulla base della ricerca condotta e dei contributi offerti dagli studenti delle classi di Diritto amministrativo europeo e di Diritto amministrativo e contabilità pubblica del Corso di Laurea magistrale in Scienze dell’Amministrazione e delle organizzazioni complesse dell’Anno accademico 2013/2014.
Open government, la Sicilia ancora molto indietro
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