“La lotta alla mafia deve essere una priorità dell’agenda politica. Per questo occorre approvare prima di Natale il ddl di riforma del Codice antimafia fermo al Senato e rafforzare le norme contro il riciclaggio, lo scambio di voto elettorale e le norme anticorruzione. A parole provvedimenti voluti da tutti, ma da mesi fermi in Parlamento”. Lo ha detto Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre, durante il seminario su “Evoluzione delle mafie, adeguamento della legislazione e delle politiche antimafia” promosso dal Centro Pio La Torre in occasione dei trent’anni della propria attività.
“Bisogna stabilire inoltre la governance dell’Agenzia dei beni confiscati di cui facciano parte tutte le associazioni che storicamente sono impegnate su questo terreno – ha aggiunto -. L’attenzione contro la mafia deve essere ordinaria, quotidiana, per sostenere la repressione del fenomeno mafioso rafforzandone gli strumenti”.
Per Maurizio Graffeo, presidente della Corte dei Conti siciliana, “dovere della politica è attuare e non solo approvare le leggi, attivandosi contro i rischi di infiltrazione mafiosa”. “Sollecitiamo la rapida approvazione del disegno di legge di iniziativa popolare ‘Io riattivo il lavoro’ alla Camera da undici mesi e ora compreso nel Codice Antimafia – è l’appello di Gianna Fracassi, della segreteria generale della Cgil-. Una legge nata dall’esigenza di tutelare il lavoro degli operatori delle aziende sequestrate e confiscate alla mafia”.
“La pervasività nell’economia legale da parte della mafia è trasversale nel Paese e anche fuori. E questo ha effetti anche sul lavoro e determina lo sfruttamento” ha aggiunto.
“Va dato atto al ministro Orlando di aver accelerato sul percorso di riforma del Codice Antimafia in discussione al Senato. Un’occasione importante perché per la prima volta il testo è frutto anche delle esperienze di quanti da anni sono impegnati nel contrasto alla mafia”. A dirlo è stato Antonio Balsamo, sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione. “Vi sono tuttavia degli aspetti perfettibili – ha sottolineato Balsamo – quali l’applicazione delle misure di prevenzione previste per le imprese mafiose anche alle imprese corrotte; l’elevazione del tasso di garanzia e della disciplina della normativa del procedimento di prevenzione; il potenziamento delle misure di prevenzione nella lotta al terrorismo e la modernizzazione degli strumenti di indagine. Inoltre va potenziata la collaborazione tra gli uffici nazionali in termini di lotta alla criminalità, primo passo verso l’auspicata procura europea” ha concluso.
“Il nostro sistema di contrasto è tra i migliori del mondo e ancora oggi esercita un’incessante pressione sulle attività illegali delle cosche, nella caccia ai latitanti e alle ricchezze mafiose. Ma le mafie sanno adattare le loro strategie al mutare dei tempi e hanno cambiato pelle: sparano di meno e fanno più affari”. L’analisi dell’evoluzione della criminalità organizzata è di Rosy Bindi, presidente della commissione nazionale Antimafia.
“Sono più sfuggenti e sommerse – spiega -, agiscono nel perimetro delle attività legali facendo ‘sistema’ con mondi diversi, compresa la massoneria, grazie alla convergenza d’interessi con una vasta area d’insospettabili ‘colletti bianchi’, imprenditori e manager, e sfruttando le debolezze di una politica e di una pubblica amministrazione compiacenti”
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