Riuscivano a guardare SKY, Mediaset Premium, oltre ai principali canali di Pay TV satellitari, pagando canoni “irrisori” da 15 a 20 Euro a fronte di una spesa che, con gli abbonamenti regolari, sarebbe stata molto più consistente. La Guardia di finanza di Bagheria, in provincia di Palermo, nell’ambito dell’operazione denominata “Card Sharing”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, ha individuato un articolato sistema di frode, attraverso il quale un soggetto bagherese riusciva a decodificare il segnale delle pay per view e a dirottarlo verso altri utenti, tramite rete internet Adsl.
Quando sono entrati all’interno del magazzino utilizzato dal soggetto, apparentemente adibito a ricovero di automezzi agricoli, ubicato nel centro cittadino di Bagheria, i finanzieri si sono imbattuti in un vero e proprio laboratorio tecnico, con numerosi pc, server e decoders, oltre a varie cards marchiate Sky e Mediaset Premium.
In sostanza il sistema funzionava in questo modo: da un abbonamento iniziale regolarmente attivato, il segnale criptato veniva violato e decodificato, in modo tale da renderlo visibile in chiaro; successivamente, tramite la rete internet, il segnale veniva trasmesso ai decoder utilizzato dai clienti, i quali potevano vedere tranquillamente quello che volevano (normalmente, l’intero “pacchetto” offerto dalle televisioni a pagamento).
Presso le abitazioni degli oltre 50 utenti connessi al sistema, tutte sottoposte a perquisizione dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Bagheria, con il supporto del Nucleo di polizia tributaria e del Gruppo di Palermo, su provvedimento dell’Autorità Giudiziaria del capoluogo siciliano, sono stati rinvenuti particolari modelli di decoders (meglio conosciuti come Dream Box), direttamente collegati alla rete internet, da cui prelevavano il relativo segnale, criptato e trasmesso dall’organizzatore del sistema.
Piuttosto articolata è stata l’attività di individuazione degli utenti finali.
I finanzieri sono riusciti a risalire ai nomi degli utilizzatori attraverso l’esame degli indirizzi IP rilevati dai pc rinvenuti all’interno del box del soggetto bagherese organizzatore del sistema.
All’atto dell’accesso, infatti, la schermata di un pc mostrava chiaramente tutti i nominativi dei soggetti collegati nello specifico momento e riconoscibili attraverso lo specifico nickname assegnato.
Il successivo esame dei files di log degli indirizzi IP, ha permesso di risalire dai nickname a specifiche persone fisiche.
Il principale responsabile della truffa non operava da solo, ma era coadiuvato da un altro complice con il compito specifico di procacciare “teste di legno” alle quali intestare gli abbonamenti regolari, dai quali, poi, veniva “prelevato e smistato” il segnale satellitare: tutti ignari o, come è risultato in alcune circostanze, ben consapevoli ed in stato di indigenza economica, a cui gli appartenenti all’organizzazione promettevano esigue somme di denaro in cambio della firma dei contratti di abbonamento.
Al pagamento dei canoni mensili delle pay Tv e di SKY, poi, provvedevano direttamente i componenti del sodalizio, attraverso carte di credito prepagate (tipo Posta Pay), anch’esse attivate ed intestate a persone ignare.
Tutti i soggetti, sia i 55 utenti, sia l’organizzatore del sistema ed il suo complice, sono stati denunciati all’A.G. di Palermo per il reato di promozione ed utilizzo per fini fraudolenti di apparati idonei alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato, punito con la reclusione fino a tre anni dall’art. 171 octies della legge n. 633 del 1941 sulla tutela del “Diritto d’Autore”.
Per il “procacciatore d’affari” è scattata anche la denuncia per circonvenzione d’incapace, per avere falsamente intestato ad un soggetto diversamente abile sia l’abbonamento che una “posta pay”. Nel corso dell’operazione, sono stati nel complesso sequestrati nr. 31 decoder tipo dream box, nr. 2 modem, 2 pc, 1 server, 103 smart card riprogrammabili, 26 smart card Sky, 5 smart card Mediaset Premium, 1 programmatore per smart card.