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U.S. Palermo: quando le plusvalenze aiutano il bilancio ma non il campo

Last updated on 28 febbraio 2021

Il Palermo Calcio sta vivendo una situazione davvero incredibile in questa stagione. E’ notizia di ieri che per la seconda volta in stagione Beppe Iachini ha lasciato il Palermo ma questa volta non da esonerato ma da dimissionario. Ad incidere su questa decisione, con ogni probabilità, le parole rilasciate ai media dal presidente Zamparini subito dopo la sconfitta di Milano contro l’Inter. La classifica rispecchia il caos, i numeri non lasciano presagire nulla di buono per il finale di stagione. I rosanero a 10 giornate dal termine del campionato hanno soltanto un punto di vantaggio sul Frosinone terzultimo, ma in casa ciociara l’entusiasmo è alle stelle, a differenza di quello palermitano, per via di una possibile salvezza che non è mai stata così vicina come ora. Se poi aggiungiamo che già nella prossima giornata il Palermo affronterà il Napoli ci rendiamo subito conto che tutti diventa davvero più complicato. C’è da dire che il bello del calcio è anche che non ci sono partite scontate e magari, nonostante i siti di scommesse sportive diano praticamente per spacciati i rosanero, proprio contro la seconda forza del campionato arrivano punti importanti.

Ma quali sono i motivi che hanno portato a questa situazione così incredibile in casa Palermo? I tifosi rosanero al termine della grande stagione passata che aveva messo in evidenza la classe di Dybala e la fantasia di Vazquez, oltre alla grande maestria di Beppe Iachini nel riuscire a costruire intorno a loro un impianto di gioco ben collaudato, si aspettavano l’anno della definitiva consacrazione. Indubbiamente Iachini ci ha messo del suo, così come tutti gli allenatori che si sono susseguiti in questa sciagurata stagione, ma non possiamo imputare ogni colpa all’ormai ex (definitivo) allenatore del Palermo. Il punto di non-ritorno è il mercato estivo quando Zamparini ha deciso di mettere sul mercato, facendosi pagare profumatamente, i suoi pezzi pregiati. In primis quel giovanissimo Paulo Dybala che ora è al centro del progetto juventino, ma non dobbiamo dimenticare neanche la cessione dell’altro giovane Belotti che ora sta facendo un buon campionato a Palermo. A questi due si aggiunge la partenza, folle, a parametro zero di un leader come Barreto.

Un recente studio condotto dalla Gazzetta dello Sport sulle 20 squadre di Serie A ha evidenziato diversi problemi strutturali che non fanno presagire a nulla di buono per il futuro. Nella scorsa stagione l’indebitamento al netto dei crediti del massimo campionato italiano è aumentato di ulteriori 100 milioni di euro passando da 1,6 a 1,7 miliardi. A preoccupare è soprattutto il fatto che i debiti virtuosi, ovvero quelli a favore di investimenti a lungo termine (come può essere la costruzione di uno stadio di proprietà), sono sostanzialmente una rarità: soltanto Juventus e Udinese hanno acceso un mutuo presso Credito Sportivo e Mediocredito proprio per dotarsi di un proprio impianto che permetterà loro di avere, nel lungo periodo, introiti costanti e in continuo aumento. Ma vediamo nel dettaglio la situazione del Palermo. Il ritorno in Serie A nella passata stagione aveva permesso al club di Zamparini di passare da un deficit di 27,7 milioni ad un utile di 297 mila euro. Ovviamente sul bilancio 2014-15 pesa enormemente la cessione di Dybala in quanto è avvenuta a giugno ed ha portato ad una plusvalenza di 27,6 milioni di euro. In totale le cessioni hanno portato nelle casse del club 38,7 milioni di euro. Il problema, però, è insito nelle spese di mercato in quanto, come fa notare la rosea le commissioni agli agenti sono costate in totale 7,2 milioni, di cui soltanto 4 sono finiti alla Calcio Sudamerica LLC per Dybala. Per ripristinare un equilibrio economico-finanziario, secondo i vertici del club, sarà necessario un piano di riduzione dei costi ed allo stesso tempo un incremento dei ricavi. E con ogni probabilità al termine della stagione si registreranno nuove plusvalenze per attenere questo risultato. Un nome? Franco Vazquez.

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