Sono 18.772 i candidati ai test di accesso ai corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico dell’Università di Palermo. Il gong per le iscrizioni è suonato ieri alle 17, dopo la proroga di una settimana concessa dall’Ateneo. Se si aggiungono a questo numero i 3.403 candidati che hanno già partecipato, ad aprile, ai concorsi per l’accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico con programmazione nazionale (Architettura, Ingegneria Edile-Architettura, Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria) si arriva a un totale di 23.175 candidati, il 3.5 in più dell’anno scorso (nel 2013 erano stati 22.586, mentre nel 2012 erano stati 23.937 e nel 2011 22.384) e con un numero medio di candidati, per posto messo a concorso, pari a quasi 2. Se si considerano, invece, i soli candidati ai test di settembre, escludendo quelli relativi alla programmazione nazionale, i candidati nel 2013 erano stati 18.135.
Secondo il rettore Roberto Lagalla, “il costante incremento dell’interesse degli studenti e delle famiglie per l’offerta formativa dell’Ateneo palermitano testimonia l’efficacia e l’efficienza degli interventi di razionalizzazione operati in questi anni e premia gli sforzi compiuti per pervenire al totale accreditamento, da parte del Miur, dei Corsi di Studio della nostra Università”.
“Il dato – dice il prorettore vicario e delegato alla Didattica Vito Ferro – è ancor più significativo se si tiene conto di due fattori: il primo è che rispetto al 2013 è stato drasticamente ridotto il numero di bandi che permettono l’accesso a un singolo corso di studio; il secondo che è diminuito nel 2014 il numero dei candidati ai concorsi per l’accesso ai 5 corsi di laurea magistrale a ciclo unico a programmazione nazionale (hanno avuto un numero totale di candidati nel 2013 pari a 4.451, che si è ridotto agli attuali 3.403).
Il numero programmato riguarda tutto il primo livello della formazione (52 lauree e 9 lauree magistrali a ciclo unico): 9577 posti i posti disponibili per le lauree e per le lauree magistrali a ciclo unico (Chimica e Tecnologie farmaceutiche, Conservazione e restauro dei Beni culturali, Farmacia, Giurisprudenza, Scienze della Formazione primaria).
Notevole la differenza di candidati tra Scuola e Scuola, e tra corso di laurea e corso di laurea. Se nella Scuola di Medicina i candidati sono 2.976 a fronte di 435 posti (tasso di partecipazione 6.84), nella Scuola di Scienze di base e applicate saranno 4.587 a dovere concorrere a 1.358 posti (tasso di partecipazione 3.38), mentre in quella di Scienze umane e del Patrimonio culturale saranno 5.563 per 3.032 posti (tasso di partecipazione 1.83). E ancora per la Scuola politecnica saranno 3.096 per 2.479 posti (1,25 per cento). Quasi coincidente, nei corsi di Scienze giuridiche ed economico-sociale, il numero di candidati (2.550) e di posti a concorso (2.273), con un tasso di partecipazione dell’1.12. A Giurisprudenza “tiene” il corso di laurea di Palermo, con un numero sostanzialmente pari a quello degli anni scorsi, mentre calano vistosamente gli iscritti nelle sedi decentrate. “Andando al dettaglio dei corsi – dice Ferro – il tasso di partecipazione è particolarmente alto per il corso di laurea in Scienze delle Attività motorie e sportive (2,5 candidati per ciascun posto messo a concorso), per Scienze e Tecniche psicologiche (2,9 candidati per ciascun posto messo a concorso), per i corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia e Chimica e Tecnologie farmaceutiche (oltre 3 candidati per ciascun posto messo a concorso), per il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della formazione Primaria (3,6 candidati per ciascun posto messo a concorso), per il corso di laurea in Lingue e letterature moderne e Mediazione linguistica – Italiano come lingua seconda (oltre 4 candidati per ciascun posto messo a concorso), per il corso di laurea Servizio sociale nella sede di Palermo (oltre 4 candidati per ciascun posto messo a concorso), per il corso di laurea in Scienze biologiche nella sede di Palermo (oltre 5 candidati per ciascun posto messo a concorso), per i corsi di laurea delle Professioni sanitarie per i quali si registrano quasi 7 candidati per ciascun posto messo a concorso e, infine, per il corso di laurea in Biotecnologie (oltre 10 candidati per ciascun posto messo a concorso).
Bisogna però considerare che questi numeri fanno riferimento alle prime scelte dei candidati, che possono però indicare in subordine altri corsi di laurea:, quindi, chi non sarà ammesso al corso scelto come prima indicazione, andrà a occupare posti in altri corsi, il cui numero di iscritti quindi crescerà.
“L’interesse degli studenti per il conseguimento di una laurea – ribadisce Vito Ferro – ci fa ben sperare, in un momento in cui il Paese è alle prese con la crisi economica più grave del dopoguerra, dato che l’Italia ha bisogno proprio di laureati per risollevarsi dalla situazione attuale. Ricordo che le statistiche Eurostat per l’Unione Europea a 28 nazioni segnalano che l’Italia è all’ultimo posto, nel 2013, con una percentuale di laureati che appartengono alla popolazione che ha una età compresa tra 30 e 34 anni pari a appena il 22.4%. Questo dato, la cui crescita è peraltro uno degli obiettivi della cosiddetta strategia Europa 2020, registra valori ben più alti in Francia (44%), in Germania (33.1%) e nel Regno Unito (ben il 47.1%)”.