Pantelleria, nuovo presidente per il Consorzio Doc. E’ Benedetto Renda. “Speriamo di continuare a crescere come nell’ultimo anno – ha detto il nuovo presidente Benedetto Renda -. Qualcosa si sta muovendo e siamo sulla strada giusta per trovare finanziamenti europei per fare conoscere il passito nel mondo”. Il consorzio volontario per la tutela e la valorizzazione dei vini DOC dell’isola di Pantelleria ha superato le 300 iscrizioni. Lo ha reso noto il Presidente uscente Pietro Alagna nella relazione presentata all’assemblea dei soci.
“Ciò ci proietta – ha detto Alagna – fra i Consorzi che possono documentare la maggiore rappresentatività della propria denominazione. Non è priva di significato la nostra scelta di aver voluto mantenere a livello davvero minimo l’ammontare del contributo proporzionale di partecipazione da parte dei soci, soprattutto degli agricoltori”.
“Ma, al contempo, non dovremo trascurare di investire per un rilancio dell’immagine della D.o.c. Pantelleria attraverso opportune campagne promozionali. Il mercato ha bisogno di intelligenti operazioni che possano apportare maggiore conoscenza sulla peculiarità delle produzioni pantesche. In tal senso, particolarmente significativa è stata la comunicazione (pervenuta al Consorzio per conoscenza) con cui il Ministero Politiche Agricole e Forestali, scrivendo al Ministero Sviluppo Economico rappresenta che la domanda di registrazione del marchio grafico “naima passito di pantelleria” depositato da Irca Di Stefano Argenziano s.a.s. richiama la DOC “Pantelleria”, perciò il deposito di tal marchio è da considerarsi inammissibile e ne invoca l’esclusione d’ufficio dalla registrazione. A tal riguardo, abbiamo deliberato di rafforzare tale richiesta di esclusione, formulando una nota del Consorzio con la quale concordiamo con la richiesta di esclusione, per le motivazioni fondatamente espresse dal Direttore Generale del Ministero, rappresentando altresì che il vigente e “consolidato” Disciplinare di Produzione della D.O.C. Pantelleria tutelata dal Consorzio è quello risultante dai provvedimenti pubblicati sul sito ufficiale del Ministero Politiche Agricole e Forestali, Sezione Qualità e Sicurezza – Vini DOP e IGP. Questa è da considerare come un’ulteriore legittimazione del Consorzio quale unico soggetto gestore.
Passando ad esaminare i dati della produzione del 2015, il dato da cui partire è quello relativo ai circa 12.000 quintali di uva che i 305 soci di questo Consorzio hanno certificato a denominazione d’origine controllata “Pantelleria”. Da tale materia prima, il quantitativo di vino a d.o.c. rivendicato e denunciato è stato di 6.940 ettolitri: segnando così un pur leggero aumento (di circa 500 ettolitri) rispetto all’annata precedente. Le stesse ditte consorziate (Pellegrino, Miceli, Murana, Basile e Serraglia) hanno poi imbottigliato 7.185 ettolitri di vino a d.o.c. “Pantelleria”: e le percentuali interne confermano che poco meno dei ¾ sono costituiti dalle tipologie liquorose. L’annotazione più interessante riguarda la progressiva affermazione del “Bianco di Pantelleria” che costituisce una ormai diffusa declinazione dell’uva zibibbo la cui versatilità dimostrata ben si estende ai consumi “a tutto pasto”.
Sempre sul piano della difesa dell’autenticità “integrale” dei prodotti di quest’isola, recependo le indicazioni del nostro consigliere Andrea Errera, abbiamo avviato una richiesta nei confronti dell’Istituto Regionale Vino e Olio di Sicilia (che è l’Autorità pubblica di controllo) per conoscere l’elenco delle aziende siciliane aventi diritto, in base alla deroga (contenuta nel vigente Disciplinare) all’imbottigliamento al di fuori di quest’isola che è l’unica zona d’origine. Ci ripromettiamo di trarne motivazione per un ripensamento di tale estesa deroga, puntando a farla limitare alle sole aziende che abbiano comunque nell’isola un proprio stabilimento di produzione, cioè di vinificazione. Il Consiglio di Amministrazione, all’unanimità dei suoi componenti, ha in questi giorni deliberato di aderire ad un Bando appena pubblicato per l’attuazione di un serio progetto promozionale della d.o.c. “Pantelleria”.
Trattasi di una vera opportunità strategica per il Consorzio e per l’intera isola, poiché prevede azioni di informazione e divulgazione (fiere, degustazioni soprattutto all’estero, nonché iniziative di enoturismo incoming cioè per accogliere nell’isola visitatori ed operatori qualificati) che produrranno un sicuro beneficio a tutta la filiera della denominazione di origine.
Stiamo già provvedendo alla stesura del programma e al coordinamento di tutti gli atti consequenziali. Pertanto presenteremo presto la domanda di aiuto nell’ambito del PSR Sicilia 2014-2020 (“Disposizioni Attuative e Procedurali per le Misure di Sviluppo Rurale) per un budget progettuale massimo di seicentocinquantamila euro. Nel concludere questa mia relazione e questo mio triennio di presidenza, consentitemi di esprimere affettuosa gratitudine a quanti mi hanno collaborato. Un ringraziamento particolare rivolgo al nostro Consigliere Delegato, avv. Diego Maggio, per la sua professionalità e la sua appassionata dedizione, dandogli atto – fra le tante iniziative curate – di avere (ad onor del vero) lanciato lui l’idea che ha poi portato (nel 2014) alla conquista del titolo di Patrimonio dell’Umanità assegnato alla “Pratica agricola della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria”. Tale sua proposta abbiamo volentieri fatto nostra e convintamente rilanciato nel 2008 in una brochure di questo Consorzio, fornendo allo staff UNESCO del Ministero Politiche Agricole e Forestali tutto il supporto chiestoci e dando noi a quei funzionari ospitalità sull’isola nonché decisiva collaborazione documentale”.
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