“Io purtroppo ho un problema con la burocrazia e la politica – ha proseguito -. Saremmo disponibili a fare altre cose qui a Palermo ma conditio sine qua non è che io non debba interagire con permessi, carte e autorizzazioni. Mi piacerebbe fare qualcosa nei quartieri degradati come lo Zen”. Per Emanuele “Palermo è la città più bella del mondo con la sua coabitazione delle vestigia storiche e della natura: penso alla Fondazione Whitaker, di cui sono da poco vicepresidente, dove ci sono monumenti arborei unici al mondo, o ancora al Giardino Inglese, a Mondello. Lo dico soprattutto a chi vuole andare via: questa è la città che porto nel cuore da sempre, quando atterro a Punta Raisi mi commuovo. La gente purtroppo non ha la sensibilità di capire che cosa siamo”.
Parla il presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, Emmanuele Emanuele, e lo fa nel corso di un forum organizzato dall’Italpress. “Una delle regole per crescere nella vita è fare attività sportiva – dice -. Sono il principale sostenitore privato del mondo paralimpico, più di noi investe soltanto una realtà pubblica, l’Inail. Sono membro d’onore della Federazione Scherma e della Federazione Canotaggio. Ancora oggi vogo e tiro di scherma, e mi faccio il bagno nel Tevere. Lo sport educa: lealta’ e rispetto dell’avversario, non esaltazione nella vittoria, non abbattimento nella sconfitta. Bisognerebbe introdurlo nelle scuole. E i diversamente abili – ha concluso – sono piu’ abili degli abili. Meritano il rispetto da parte di chi ha la fortuna di non aver subito la disabilita'”.
Il mondo di Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, è il mondo della nobile famiglia inglese – trapiantata in Sicilia – dei Whitaker, di Piero Calamandrei e di Danilo Dolci, distante anni luce dalle beghe a volte spicciole della politica odierna. Originario di Palermo, Emanuele crede nel mecenatismo e nella filantropia e, nel corso di un forum organizzato dall’Italpress, racconta i progetti realizzati e da realizzare con il Terzo Pilastro e con la Fondazione Roma, di cui è da tempo punto di riferimento, “per restituire qualcosa alla società, in particolare alla mia citta'”, spiega. Dopo gli studi nel capoluogo siciliano al Sant’Anna e con i gesuiti all’ex Gonzaga, argomento su cui ha scherzato anche con papa Bergoglio, Emanuele si è laureato in Giurisprudenza all’Università di Palermo, intraprendendo poi una molteplice carriera da avvocato cassazionista, economista, banchiere, esperto in materia finanziaria, tributaria e assicurativa e finanche saggista. Come studente prima e come docente universitario poi ha frequentato e frequenta i piu’ prestigiosi atenei d’Italia e del mondo: Harvard, la Pontificia Universita’ Lateranense, la Luiss Guido Carli, la Link Campus University di Malta, l’Università Europea di Roma, l’Universidad Francisco de Vitoria di Madrid, lo Iulm, la Lumsa, la Suor Orsola Benincasa di Napoli. Un uomo che crede “nella cultura e nel dialogo come strada possibile per un percorso di pace. Uno dei miei sogni e’ ricostruire la citta’ di Palmira”.
Forma mentis per la quale Emanuele è grato alle sue radici: “La Sicilia – racconta Emanuele all’Italpress – è stata per secoli la terra dei sogni e dei miti, di grandi civiltà, ognuna delle quali ha portato qui le proprie caratteristiche. Io sono cresciuto in questa moltitudine di uomini, convinzioni, credi e culture, che hanno formato la mia persona, e me le sono portate dentro quando ho lasciato questa terra per inseguire i miei sogni, che erano un po’ diversi da quelli che mi erano stati indicati dalla mia famiglia. Io mi sono sempre voluto occupare di finanza, che all’epoca era una cosa rivoluzionaria, e divenni subito tra i piu’ giovani dirigenti della Montedison. Ho conseguito risultati eccezionali e non ho mai licenziato nessuno, cosa a cui tengo particolarmente. Ho viaggiato per il mondo intero. Finche’ non mi e’ sembrato doveroso restituire qualcosa in quei campi in cui operano le Fondazioni Roma e Terzo Pilastro: la salute, la ricerca scientifica, l’aiuto ai meno fortunati, la cultura e l’istruzione, strumenti, questi ultimi, che possono abbattere le barriere sociali, etniche e religiose”. Il mondo politico “non ha questa sensibilita’. Da giovane ero un grande sostenitore dell’Europa ma col tempo ho iniziato a non riconoscermi piu’ in questa Europa”, che sicuramente difetta nel ruolo di arbitro internazionale fra i grandi contendenti, la Russia di Putin e l’America di Trump con le schegge impazzite dell’Isis e la temibile Nord Corea, in un mondo in cui si adombra perfino lo spettro dell’ordigno nucleare. “Siamo alla vigilia della terza guerra mondiale. Le spinte sempre più eversive e populistiche che si stanno scatenando ovunque, anche nel nostro Paese, rendono difficile una soluzione. Il dialogo è l’unica ma le guerre le scatenano le crisi economiche. Il dialogo però bisogna praticarlo, non enunciarlo. Francamente sono preoccupato non per me, che ho un’età, ma per i miei figli e i miei nipoti. In questo contesto l’Italia appare inadeguata a rivestire un ruolo”.
“A giugno faremo una mostra itinerante fra gli Oratori del Serpotta, che e’ una meraviglia, è lo stupore dell’umanità, una cosa che nel resto del mondo non esiste. Verso la fine di giugno inoltre porterò un concerto del ‘poeta’ Battiato al Politeama di Palermo. E poi il mio grande sogno: la foresta urbana con i piu’ grandi artisti che hanno realizzato installazioni monumentali a caratteristiche arboree. Voglio riempire tutto il quartiere del Cassaro Alto, dove sono nato io, dal Museo Riso alla Cattedrale, di queste sculture arboree.
La mostra durerà tre mesi, io ci metterò un milione di euro, a condizione di non avere rapporti con la burocrazia e la politica: dell’iter se ne incaricherà la direttrice del Museo Riso. Inoltre voglio organizzare una mostra della scultrice Alba Gonzales a Villa Malfitano e portare Pablo Echaurren a Catania”.
“A Palermo – ha ricordato Emanuele – ho gia’ fatto la mostra sull’800 siciliano a Villa Zito, a Tusa ho portato l’Orchestra Multietnica di Piazza Vittorio e abbiamo donato un macchinario evolutissimo al Buccheri La Ferla per l’analisi precoce delle patologie dell’apparato digerente. Stiamo sostenendo le scuole e lo sport. E stiamo investendo 600 mila euro per il recupero della splendida Chiesa di Santa Venera in via Garibaldi. Un gioiello. Speravo di restituirla alla citta’ entro la fine dell’anno ma mi hanno detto che sarà difficile”.