Seguire i ‘compagni’ scissionisti o rimanere nell’alveo della minoranza magari spostandosi nell’area dei ‘cuperliani’ o in quella di Andrea Orlando, disponibile a sfidare al congresso Renzi pur di salvare il salvabile? In Sicilia sono ore febbrili. I contatti con i capi corrente a Roma sono continui. Non è ancora chiaro come si muoveranno gli esponenti siciliani della minoranza che fanno riferimento a Rossi, Emiliano e Speranza.
Nessuno, in questo momento, è in grado di stabilire l’impatto che la nuova ‘cosa rossa’ potrebbe avere nell’isola, quanti siano disposti in realtà a cimentarsi nella nuova avventura e su quale humus potrà contare il nuovo soggetto per risvegliare le coscienze di una sinistra addormentata ormai da troppo tempo. Pochi i dati certi. Nel governo Crocetta, gli occhi sono puntati sul siracusano Bruno Marziano. L’ex esponente della Cgil è vicino a Bersani, è stato tra i pochissimi dirigenti del Pd a schierarsi apertamente contro il referendum costituzionale senza infingimenti e ipocrisie di partito.
Una linea apprezzata anche dal governatore Crocetta che pure si era schierato per il “sì”. Sempre a Siracusa, tra i possibili gli ‘scissionisti’ c’è Pippo Zappulla, anche lui proveniente dalla Cgil. E’ tra i più acerrimi oppositori del sindaco Garozzo, fedelissimo del sottosegretario Davide Faraone, e renziano della prima ora. Renzi scelse proprio Siracusa come prima tappa del suo tour in Sicilia. Attorno a Zappulla si muovo tanti militanti dem ma soprattutto vari esponenti della cosiddetta società civile e del sindacato. A Palermo la “truppa” dei dissidenti è capeggiata da due deputati regionali. Pino Apprendi e Mariella Maggio. “Le scelte di un grande partito non possono essere lasciate nelle mani di un uomo solo al comando – dicono Maggio e Apprendi -. Dopo un assemblea nazionale che ha visto emergere molti distinguo anche all’interno della maggioranza, il segretario non ha sentito il dovere di rispondere a chi da mesi,ascoltando la base, pone temi e questioni rilevanti dentro il partito.L’ apertura della fase congressuale in queste condizioni appare l’ennesima accelerazione per non discutere dei reali temi di governo posti sul tavolo, ed il guardare in una logica di rivincita a mantenere personali posizioni di potere. In queste ore anche in Sicilia attendiamo da Renzi un segnale che possa evitare questa dolorosa separazione i cui effetti graverebbero esclusivamente sui cittadini”.
Entrambi fanno parte della corrente “Speranza”. Apprendi ha seguito i lavori dell’Assemblea del Pd a fianco del suo capocorrente. La ‘cosa rossa’ potrebbe contare proprio sui due parlamentari per entrare fin da subito a Palazzo dei Normanni e preparare il terreno per le regionali d’autunno. Maggio proviene dalla Cgil, una lunga carriera la sua nel sindacato prima dell’approdo in Assemblea nel gruppo del Pd. Apprendi a sala d’Ercole è arrivato da qualche mese, subentrato a Francesco Riggio, sospeso dopo l’inchiesta Ciapi: è tra gli animatori dell’associazione Antigone, che si batte per i diritti e le garanzie nel sistema penale. Tra i big si possono annoverare due pezzi da novanta: Angelo Capodicasa e Mirello Crisafulli.
L’ex presidente della Regione è stato l’unico esponente siciliano che ha affiancato Bersani nella sua battaglia, in Sicilia, per il ‘no’ al referendum costituzionale. L’ex senatore, vicino a D’Alema, rappresenta da sempre la spina nel fianco dei ‘renziani”: pur avendo fallito la sfida per la poltrona di sindaco a Enna, Crisafulli conta su una buona fetta di elettorato rimastogli fedele. A Ragusa, si attendono le mosse dell’ex senatore Gianni Battaglia, mentre a Trapani Emiliano conta sul sostegno dell’attuale capogruppo in consiglio comunale Enzo Bruscato. Domenico Siracusano, invece, guida la fronda ‘Speranza’ a Messina. Nessun dubbio, a Palermo, sulla scelta del gruppo che fa capo ad Antonello Cracolici, assessore regionale all’Agricoltura: “Noi rimaniamo, la scissione è sbagliata”, dicono.
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