Una lettera al vetriolo. Pesante tanto quanto pesante è il clima nel Partito democratico (nazionale ma soprattutto siciliano). Questa volta a scrivere non è un escluso dalle liste ma Ribaudo, indicato tra i candidati che al segretario nazionale Matteo Renzi dice chiaramente: grazie no. Il perché lo spiega in questa missiva che pubblichiamo per intero e che dà il senso del grande disagio che vive questo partito. E’ la sinistra a sentirsi emarginata e offesa e la lettera di Francesco Ribaudo è solo l’ultima rimostranza.
“Apprendo dalle agenzie di stampa la notizia della mia candidatura nel collegio uninominale Camera Circoscrizione Sicilia1 (Monreale), nelle liste che sembrano far cambiare la natura del Partito democratico.Bisogna fare un excursus su questi ultimi giorni per capire a fondo lo strappo che si è consumato in queste ultime ore. I rappresentanti dei circoli e gli amministratori di 41 comuni del suddetto collegio hanno chiesto ai vertici del partito, attraverso una lettera appello, che si tenesse conto nella composizione delle liste di quelle che sono le sensibilità e le esigenze territoriali, auspicando una mia ricandidatura per dare proseguo all’attività politica svolta in questi anni in un territorio difficile come quello del corleonese, in cui sono stato riconosciuto unilateralmente come punto di riferimento. Alla lettera hanno fatto seguito due riunioni territoriali tenutesi rispettivamente a Corleone e Carini, convocate dal segretario provinciale Carmelo Miceli, alla presenza di rappresentanti dei circoli e diversi amministratori del collegio che hanno ribadito l’assoluta necessità di una mia candidatura sia nel proporzionale che all’uninominale, al fine di assicurare la continuità al meticoloso lavoro svolto in questi anni. Lo stesso segretario ha dovuto prendere atto della proposta impegnandosi personalmente a traferire le istanze territoriali agli organi dirigenziali.
“Rimango davvero esterrefatto nel leggere il nome di Miceli come candidato capolista nel collegio plurinominale in questione. Proprio colui che aveva il compito e la funzione, in qualità di segretario, di portare e supportare le istanze territoriali e di farsi portavoce presso i vertici nazionali di questa candidatura l’ha usurpata, disattendendo una volontà ampia e condivisa da tutti i rappresentanti dei circoli che lamentavano tra l’altro la mancata inclusione in scelte così importanti, prese in passato attraverso la partecipazione alle elezioni primarie. Un vero e proprio abuso di potere di una candidatura nata in segreteria, nella stanza dei bottoni, lontano dalla gente che in questi anni ha contribuito a dare vita all’esperienza del Partito democratico. Appare chiaro che tutto ciò si inquadra in una strategia più complessiva nella formazione delle liste che ha generato non poche delusioni tra le componenti di minoranza e di sinistra del partito, che ha come obiettivo cancellare un pezzo di storia della sinistra e delle forze progressiste che fino a ieri hanno collaborato alla vita politica del partito. Per questo non posso accettare la proposta di candidatura solo all’ uninominale, essendo la stessa una “foglia di fico” con cui si tenta di camuffare lo scempio ormai consumato ai danni delle minoranze di questo partito. Non ci sono quindi le condizioni necessarie per affrontare con serenità la campagna elettorale. Credo sia davvero indispensabile a questo punto una seria riflessione, insieme agli amici ed ai compagni che in questi anni hanno supportato la mia attività di parlamentare, per capire come superare questa fase di profonda crisi di democrazia interna del partito”.
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