Sul tanto contestato Piano Paesaggistico il piccolo Comune di Petrosino mette ko la Regione Siciliana.
Il Tar di Palermo, sezione prima, ha infatti pronunciato un’ordinanza sul ricorso che il Comune di Petrosino, difeso dall’avvocato Comandè, ha presentato contro la Regione per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, del Decreto dell’Assessorato ai Beni Culturali con il quale è stato adottato il Piano Paesaggistico degli ambiti 2 e 3 della Provincia di Trapani.
Il Comune, infatti, come gli altri Comuni trapanesi, si ritiene danneggiato dalle norme di atutazione del Piano nella parte in cui per le aree “Paesaggio locale 05 – Marsala”, “Paesaggio locale 06 – Sciare”, “Paesaggio locale 07 – Mazara” e nella fascia costiera impone limitazioni e divieti assoluti rispetto alla possibilità di realizzare nuove costruzioni, nuove serre, nuove infrastrutture.
Nella fascia costiera, in particolare il Piano prevede che “non sono ammesse: i) nuove edificazioni ed interventi di trasformazione urbanistica, ii) le opere a mare e i manufatti costieri che alterino la morfologia della costa e la fisionomia del processo erosione trasporto- deposito di cui sono protagoniste le acque e le correnti marine; iii) le opere che alterino il percorso delle correnti costiere, creando danni alla flora marina, e che alterano l’ecosistema dell’interfaccia costa mare; iv) la creazione di strade litoranee e la realizzazione di nuove infrastrutture viarie, salvo quando rientrino all’interno di aree di recupero di cui all’art. 20 delle presenti norme di attuazione, con esclusione dei percorsi pedonali e ciclabili”.
Il Comune di Petrosino ha fatto ricorso perchè sostiene che il piano sia lesivo per lo sviluppo del territorio e per l’economia locale, prevalentemente agricola ed esercitata in serre.
Il Comune non è grande, si estende su appena 45,28 km quadrati, eppure il piano sottoponeva ad un alto livello di tutela la metà del territorio, con l’impossibilità di nuovi insediamenti produttivi. Inoltre il Piano Comprensoriale del 1977 (Petrosino non ha un Piano Regolatore) classifica come zone edificabili zone che invece adesso dal piano risultano vincolate.
Per il Comune è inoltre illegittimo il livello di tutela 3 (il massimo: divieto assoluto di edificazione) su tutta la fascia costiera, impedendo anche la realizzazione di opere la diretta fruizione del mare: ciò comporta, sostengono i legali del Comune, la cancellazione di ogni attività balneare e diportistica.
Il Tar accoglie la domanda del Comune perchè ritiene che ci sia la possibilità un “danno grave ed irreparabile” per Petrosino, e chiede alla Regione di produrre una dettagliata e documentata relazione che chiarisca i fatti sollevati dal Comune.
Anche il Comune di Paceco aveva fatto ricorso per chiedere la sospensione del piano. E tutto verrà discusso in una medesima udienza, il 23 Novembre prossimo. Fino a quella data, pertanto, il piano è sospeso.
“Anziché regolamentare le aree vincolate – aveva dichiarato l’assessore Rocco Ingianni, ad Aprile, presentando li ricorso – il Piano appone nuovi vincoli, senza tener conto delle peculiarità del territorio: tutti i giardini e aree alberate, seppur piccole, diventano paradossalmente boschi, come il parcheggio della più grande industria storica; le zone di espansione urbanistica, classificate B, diventano inibite all’edificazione; nelle zone agricole non si potranno più realizzare delle serre, dei magazzini e dei locali per la lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli”.
Tra l’altro Petrosino, come ha ricordato il Sindaco Gaspare Giacalone, è stato uno dei pochi Comuni ad aver seguito correttamente la procedura di concertazione. Nel 2013, infatti, il consiglio comunale aveva approvato una serie di osservazioni, che però non sono state prese in considerazione dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali, che alla fine ha approvato un Piano Paesaggistico pieno di criticità.
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