Il 90% degli agricoltori siciliani in pensione, prende meno di 600 euro al mese. E’ uno dei dati emersi dall’assemblea regionale dell’Associazione pensionati Coldiretti che ha eletto Pietro Fidone, 67 anni, nuovo presidente
Il neopresidente, che succede a Angelo Viola, è un serricoltore ed è anche presidente dei pensionati di Ragusa. “Nel segno della tradizione e della cultura agricola – ha sottolineato dopo la proclamazione – bisogna avviare un’azione di rilancio della nostra attività. I pensionati hanno un ruolo determinante: trasferire competenze ma anche determinazione per confrontarsi nei tanti mercati concorrenti. In Sicilia la situazione degli over 65 che hanno dedicato la vita alla campagna ha bisogno di forza incisiva che possa portare ad innovazioni sociali adeguate. I recenti tagli regionali alla sanità, complicano ulteriormente la vita di chi, pur essendo pensionato, non lesina il proprio contributo nell’azienda. Il supporto degli agricoltori pensionati nella Regione è determinate per la crescita del settore. Proprio grazie all’esperienza del nostro lavoro si mantiene e si garantisce un patrimonio imprenditoriale che ha bisogno di un riconoscimento sociale maggiore. La Federpensionati Coldiretti è uno strumento di rivendicazione e di proposta di notevole rilevanza nell’azione di radicamento dei diritti delle categorie rappresentate e nella tutela dei loro interessi.
FONDI PAC NON PAGATI. «Non sono stati ancora pagati i fondi Pac 2014 a circa un migliaio di agricoltori trapanesi». A denunciarlo è il presidente provinciale Uimec Trapani Giuseppe Aleo, che si è fatto portavoce al Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina delle istanze degli agricoltori trapanesi, sollecitando «un intervento affinchè si accelerino i tempi in modo tale che i lavoratori del settore agricolo possano usufruire al più presto di tali somme». Intanto è slittato al 15 giugno il termine per la presentazione delle nuove domande. Spiega Aleo che la Commissione Europea ha autorizzato la proroga dei termini per venire incontro alle difficoltà attuative della riforma della politica agricola. Si tratta di una proroga che dovrebbe riguardare anche i pagamenti dello sviluppo rurale. Comunque oltre ai proclami ancora non c’è un decreto ministeriale che recepisce la proroga – aggiunge il presidente Uimec -, pertanto, al di là della volontà manifestata non sappiamo ancora se al 15 di giugno si chiudono tutte le attività oppure, come dovrebbe essere, da quella data partono i 25 giorni previsti dalle norme comunitarie quando la scadenza è il 15 maggio, per continuare a presentare le domande se pur con penalità progressiva per ogni giorno di ritardo».