Pino Maniaci torna a Telejato. Il giornalista, accusato di estorsione dalla Procura di Palermo e a cui era stato imposto il divieto di dimora nelle provincie di Palermo e Trapani, è di nuovo libero di muoversi, dopo che è stata dichiarata inefficace la misura cautelare.
Il tribunale del Riesame, a cui i legali di Maniaci avevano chiesto la revoca del provvedimento, ha commesso un errore nella notifica dell’udienza in cui si sarebbe dovuta discutere la misura. La notifica è nulla. E gli avvocati di Maniaci, Bartolo Parrino e Antonio Ingroia, che avrebbero potuto «sanare» il vizio presentandosi in udienza, hanno preferito eccepire la nullità. Questo è il messaggio di Maniaci publbicato dal sito di Telejato:
Basta – ha detto – non ce la faccio più. Ho deciso di abbandonare la televisione. Non mi interessa. Se qualcuno la vuole gli regalo tutto. Anzi no, voglio trecentomila euro, altrimenti gli farò un servizio e lo distruggerò. Non voglio sentire più niente. Ho creduto nella giustizia, oddio, non sempre, e la giustizia mi ha ucciso. Sono stato ricoperto di fango da tutti quelli che nel fango ci sguazzano. Tutti si sono affrettati, giornalisti, poliziotti, magistrati, carabinieri, vigili urbani, pittori, fotografi, bloggisti, professori, maestri, genitori, cani, gatti, spacciatori, avvocati, dottori, malacarne, parrini, sguazzabbuttighi, professionisti e dilettanti dell’antimafia, a dire che andava bene così, che tutto quello che ho fatto non era antimafia, ma tutto era per motivi personali. E avevano ragione. Mi sono arricchito. Cinquanta euro dal sindaco di Partinico, duecento da quello di Borgetto, tanta gente da me tappiata eccetera. Io sono un libidinoso con una strana amante che ha un marito tossico, che non mi ha ucciso i cani, anche se io sospettavo di lui. Se fosse stato lui, quando i carabinieri lo hanno interrogato, avrebbe confessato. E allora chi è stato? I carabinieri ancora indagano. Però non si deve dire che sono stati i mafiosi. Quelli sono tutti bravi cristiani. Perché li dobbiamo tirare sempre in mezzo? Nicolò Salto forse è tornato a casa, ma anche io, così siamo alla pari. È tornato anche a casa uno dei due marò, Girone. Tutti a casa. Io come Salto. No, no, chiudo tutto e me ne vado. Non è possibile rischiare la pelle e sentirsi dire che sono un estorsore, un millantatore, o, come ha detto un alfiere dell’antimafia, sono un pezzo di merda. I PDM sono altri, compresi quelli che aggrediscono ragazzini con la telecamera che li vogliono intervistare. Ma il mondo va così. C’è chi ci ha e ce invece chi non ci ha. E per questo che sono io a fare il Salto. Salto nel nulla. Metto tutto in risalto. Faccio un ultimo assalto, in un pavimento di basalto e poi chiudo la televisione definitivamente. Non domani ma ora, suuuuuuuuuubito.
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