L’organizzazione scoperta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Finanza di Palermo, che organizzava viaggi su gommoni superveloci dalla Tunisia all’Italia, rappresentava una “minaccia alla sicurezza nazionale”.
Lo scrivono i pm che hanno coordinato l’inchiesta nel provvedimento che ha disposto il fermo di 15 persone: tunisini, marsalesi e fiorentini. Tra loro anche una donna. L’indagine è stata coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dai pm Gery Ferrara, Claudia Ferrari e Francesca La Chioma.
“L’organizzazione – si legge nel provvedimento – è in grado di fornire ai suoi utenti un transito marittimo sicuro, occulto e rapido (della durata di non più di tre ore e mezza, a fronte del tempo di gran lunga superiore ed in condizioni disumane di trasporto normalmente riferite dai migranti in arrivo sulle coste siciliane), dunque particolarmente appetibile”.
Uno dei potenziali passeggeri in attesa di imbarcarsi, intercettato mentre parla con uno degli organizzatori, manifestava espressamente il timore, oltre che di essere arrestato dalla polizia tunisina, anche di essere respinto dalle autorità di polizia italiane per ragioni di contrasto al terrorismo di matrice jiahdista e di essersi rivolto ad un non meglio identificato sceicco per avere aiuto.
L’organizzazione criminale che avrebbe gestito un trasporto di nordafricani, alcuni ricercati per collegamenti con formazioni estremiste islamiche, aveva collegamenti anche con l’estero, in particolare con paesi quali la Francia ed il Belgio dove attualmente è più forte la presenza di gruppi vicini all’estremismo islamico e dove sono più elevanti i rischi di ulteriori gravissimi attentati.
“I migranti tunisini che sceglievano i gommoni veloci, in cambio di denaro dato a un gruppo di trafficanti di esseri umani, sgominati oggi dalla Procura di Palermo, utilizzavano dei “gommoni di altura che erano in grado di coprire in poche ore il tragitto tra le coste del trapanese e la Tunisia – afferma il Procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi. “In questo modo sfuggivano a qualsiasi forma di controllo e identificazione che vengono fatti al momento dell’arrivo delle navi di soccorso o dei barconi direttamente”. I migranti, con questi viaggi, “pagavano cifre maggiori rispetto ai migranti disperati” che si imbarcano lungo le coste libiche. “Gente che all’arrivo in Sicilia voleva proseguire verso altre destinazioni in Europa – dice ancora Lo Voi – Questo non ci fa escludere che in mezzo a questi potessero esserci anche soggetti che temevano di essere respinti o che avevano qualche problema anche con la giustizia tunisina, quindi intendevano sottrarsi a questi controlli”. “Tutto questo è stato scoperto attraverso i controlli fatti sia per mare che sulla terraferma anche con i mezzi aerei della Guardia di Finanza che hanno individuato diversi si questi trasporti – dice ancora Lo Voi – E hanno anche scoperto che questa organizzazione associava al traffico di clandestini anche un traffico di contrabbando di tabacchi”.