Il Consiglio di giustizia amministrativa ha dichiarato l’illegittimità del criterio di formazione della graduatoria per il concorso di ammissione alle professioni sanitarie dell’Università di Palermo.
A settembre avevano partecipato al concorso per diventare infermieri, fisioterapisti o logopedista oltre 3.000 candidati a contendersi i posti messi a disposizione dall’Ateneo, oggi la scoperta che per almeno un migliaio tra gli esclusi, quella sconfitta è illegittima.
Ogni studente poteva indicare fino a 10 opzioni di scelta tra i corsi ambiti partecipando ad un unico test cosicchè, in caso di mancata ammissione al corso di laurea di prima opzione, si poteva ancora cogliere l’opportunità di essere ammesso negli altri. In tutta Italia tranne che a Palermo. Si perchè secondo il bando di concorso l’ammissione al corso di laurea di seconda o terza scelta da solo diritto alla possibilità di essere inserito in coda in quella graduatoria dopo tutti coloro che pur avendo ottenuto un punteggio più basso hanno scelto quel corso come prima opzione. Il candidato con 68 punti escluso a Fisioterapia, per fare un esempio, è rimasto comunque fuori da infermieristica nonostante vi siano ammessi con poco più di 50 punti.
Secondo gli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, che con un ricorso pilota hanno contestato tale sistema, la scelta selettiva dell’Ateneo di Palermo tutto premia fuorchè il merito. Al contrario il concorso è stato trasformato in una vera e propria lotteria delle opzioni.
Il Tar Palermo aveva rigettato l’impugnativa della graduatoria mentre il Cga ha accolto ritenendo “sorretto da sufficienti elementi di fumus boni iuris, con particolare riferimento ai principi di cui alla decisione della Corte Costituzionale n. 302 del 2013 e alla mancata utilizzazione del maggior punteggio conseguito dall’interessata, rispetto a candidati ammessi, nel corso di laurea oggetto della scelta subordinata; ritenuto chesussistono i profili di periculum in mora prospettati”.
“Non è una vittoria del singolo studente ma è un’affermazione del diritto allo studio e del merito”, commenta l’avvocato Santi Delia. “Da anni ci battiamo per una graduatoria unica che premi esclusivamente il merito dei candidati e che escluda la lotteria delle opzioni o che elimini il rischio imponderabile del numero dei candidati presenti in una determinata sede”. “La decisione del Cga riguarda ovviamente il solo nostro ricorrente – continua il legale messinese – ma fa rabbia analizzare la graduatoria e vedere quanti studenti sono stati privati della possibilità di studiare al corso di laurea cui aspiravano pur avendo dimostrato di valere sul campo l’agognata ammissione”.
Dai nostri calcoli, concludono Delia e Bonetti, sono più di mille gli studenti che, con punteggi più alti di chi è stato ammesso, sono rimasti fuori.
Quasi 500, per fare un esempio, per il corso di laurea in Infermieristica dove l’ultimo ammesso è il candidato 293, con punteggio di 57,90 e si ritrovano ragazzi, ad esempio tra la posizione n. 1035 e la n. 1219, che hanno indicato Infermieristica in seconda opzione e non sono entrati pur avendo ottenuto un punteggio di 70.
“Stiamo valutando, essendo oramai scaduti tutti i termini per agire, di chiedere per tutti gli esclusi che l’Ateneo provveda ad una qualche tutela utile a riparare il danno anche perchè, persino il Miur, aveva indicato agli Atenei di agire diversamente in sede di tavolo tecnico.
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