Andare oltre il PIL e misurare il benessere equo sostenibile della società. Questo in sintesi l’obiettivo che si sono posti ISTAT e CNEL in un progetto comune che, partendo dalle indicazioni fornite dai cittadini (sono stati 45.000 mila i soggetti coinvolti in una consultazione realizzata dall’Istat sull’importanza delle dimensioni del benessere) e dai risultati delle esperienze internazionali, ha condotto all’individuazione di una definizione condivisa di benessere della società italiana, articolata in 12 domini. I risultati sono stati presentati questa mattina nel corso di un incontro sul Benessere equo e sostenibile che si è tenuto presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate
Complesso Monumentale dello Steri, nell’ambito delle “Giornate dell’Economia del Mezzogiorno”, organizzate dalla Fondazione Curella e dal Di.s.te Consulting, con il supporto di Banca Popolare Sant’Angelo e Intesa San Paolo.
I 134 indicatori che sono stati individuati condividono con le analisi della Commissione Stiglitz e dell’OCSE sette priorità (ambiente, salute, benessere economico, istruzione, lavoro, relazioni sociali e sicurezza). Altri punti sono specifici per l’Italia, come il patrimonio paesaggistico e culturale, la ricerca e la qualità dei servizi. Inoltre sono stati inseriti il benessere soggettivo degli individui e la qualità della politica e delle istituzioni. L’Italia quindi si affianca ad altre esperienze come quelle di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Australia e altre. Per coinvolgere il più possibile la società civile nel processo di definizione della dimensioni del benessere ISTAT e CNEL hanno creato il sito www.misurebenessere.it nel quale sono riportate le informazioni sul progetto e gli esiti del dibattito che si è acceso su queste tematiche in ambito sia internazionale che nazionale. Infine sono anche riportati i riferimenti dei principali siti che possono aiutare a conoscere meglio le esperienze realizzate nel mondo. Oggi anche a Palermo si è discusso del tema della misurazione del benessere della società e delle molteplici iniziative che si stanno sviluppando a livello territoriale con esperti e cultori di sociologia, territorio e statistica e con tutti coloro che vorranno partecipare al dibattito.
“Bisognerebbe utilizzare il Bes, gli indicatori del benessere equo sostenibile – ha dichiarato Adolfo Morrone dell’Istat – anche in campo politico, per incidere sulle economie e sui vari settori, dalla sanità all’istruzione”.
“Uno degli aspetti chiave del benessere è la partecipazione – ha aggiunto Francesca Abate dell’Istat di Palermo – il mettere al centro delle analisi le persone. Nel 2004 fu proprio Palermo a dare il via al dibattito e da allora si è spostato in tutta Italia. L’obiettivo del progetto Urbes – ha proseguito Abate – è quello ottenere informazioni sul benessere a livello territoriale, dunque più dettagliate e mirate alla contesto di riferimento, come le singole città, per un utilizzo più consapevole dei dati Istat.
Un invito raccolto anche da Giusto Catania, assessore alla Partecipazione, Decentramento, Servizi Demografici, Migrazione, Agenda 21, Comunicazione, Ufficio per le relazioni con il pubblico, del Comune di Palermo. “L’Amministrazione comunale ha accettato la sfida e sta lavorando per questo”.