Bed and breakfast abusivi, un ‘mercato’ sempre più ampio. Oltre nove milioni di Euro non dichiarati al fisco, circa un milione di euro di Iva evasa e 23 “bed & breakfast” completamente abusivi. E’ il bilancio della specifica azione di controllo sviluppata dalla Guardia di Finanza in Sicilia, nei primi sette mesi dell’anno, per il contrasto del fenomeno dell’evasione, dell’abusivismo e del sommerso nel settore turistico-ricettivo.
Le verifiche hanno riguardato le province di Palermo, Catania, Trapani e la fascia ionica messinese. I destinatari dell’attivita’ ispettiva sono stati individuati anche con l’esame di numerosi siti internet e riscontri sul territorio. Scoperti cosi’ due alberghi del Trapanese che hanno omesso la contabilizzazione di ricavi e imputato costi non deducibili per svariati milioni di Euro, dichiarando volumi d’affari per importi inverosimili.
Altre strutture ricettive, a dispetto della formale veste di “bed & breakfast” che consente un piu’ favorevole trattamento fiscale in materia di Iva e di classificazione reddituale, offrivano una serie di servizi alberghieri in forma imprenditoriale. Sono state avviate 60 ispezioni in altrettante attivita’ di “bed & breakfast”, per attestare la sussistenza dei requisiti necessari a godere del piu’ mite trattamento tributario.
Nel corso delle attivita’, sono stati riscontrati elementi indiziari che denotavano un’offerta ricettiva prestata in maniera non occasionale e con una organizzazione di mezzi tali da realizzare una vera e propria attivita’ d’impresa. Nel dettaglio, e’ stata rilevata sia l’assicurazione di servizi “extra” quali escursioni, convenzioni con stabilimenti balneari e attivita’ di ristorazione, sia un numero di posti letto superiore a quello dichiarato, che per la Regione Sicilia, non deve superare le 5 camere per un massimo di 20 ospiti, nonche’ la presenza di personale dipendente, tra l’altro, non regolarmente assunto. Alcune delle strutture verificate, inoltre, sono state segnalate agli Enti territoriali competenti per il recupero della tassa di soggiorno non corrisposta.
Le attività di controllo proseguiranno nei confronti di strutture che, dissimulando un’attività d’impresa ovvero omettendo di presentare le previste dichiarazioni fiscali, alterano la concorrenza ledendo, al contempo, l’immagine di coloro che esercitano le attività ricettive nel rispetto della legge.
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