Nell’accogliere positivamente l’inversione di tendenza storica che, per la prima volta quest’anno da 10 anni a questa parte, vede aumentare anzichè diminuire la quota di cattura di tonno rosso assegnata a livello internazionale dall’Iccat al nostro Paese (1950 tonnellate nel 2013 contro le 1787,91 del 2012), Legacoop Pesca Sicilia interviene in vista della consueta ripartizione della quota tra i diversi sistemi (circuizione, palangaro, tonnara fissa, quota indivisa e pesca sportiva), in corso di definizione a livello ministeriale, per vedere affermate le legittime ragioni della pesca siciliana, storicamente maggior produttore e sede della principale e più importante flotta di pesca del tonno rosso italiana e del Mediterraneo per fatturato e numero di pescherecci.
“L’incremento della quota è una notizia che ci fa ben sperare, in quanto, fino all’anno scorso la stessa specie (tonno rosso) veniva classificata in grave sofferenza, tanto da essere proposta come candidata a far parte delle specie dell’elenco “CITES” cioè della specie degli animali in via di estinzione – dichiara Pino Gullo, presidente Legacoop Pesca regionale -. La regolamentazione internazionale sul tonno rosso ha già inferto alla pesca siciliana un contraccolpo socio-economico ed occupazionale durissimo: delle 238 imbarcazioni italiane autorizzate al prelievo nell’anno 2000 e quindi detentrici e titolari di quote tonno, 50 imbarcazioni erano tonniere a circuizione (di cui 10 con sede in Sicilia), e 188 imbarcazioni erano autorizzate con l’attrezzo di pesca palangaro, di cui il 90% (pari a 170 barche) siciliane. Oggi, la situazione è rimasta percentualmente invariata: nel 2013, su 12 tonniere a circuizione esistenti in Italia, solo 3 sono siciliane, così come su 30 barche a palangaro solo 27 sono le sopravvissute e autorizzate con quota della Sicilia”.
In questo scenario, secondo Legacoop Pesca Sicilia, non deve essere mancata a livello nazionale l’occasione di adottare criteri di ripartizione della quota adeguati ed in grado di mitigare, anziché aggravare ulteriormente, le diverse emergenze socio-economiche in atto. E’ incomprensibile l’ipotesi di eliminare la quota di riserva (nel 2012 il 3% del totale (pari a 53,64 tonnellate), di cui chiediamo l’urgente ripristino insieme all’ incremento sostanziale delle quote non divise (UNCL), quella destinata a coprire non solo gli sforamenti degli altri sistemi di pesca, ma soprattutto le catture accidentali effettuate da chi non detiene le quote. E’ fondamentale, spiega Gullo, garantire una valvola di sfogo delle fisiologiche catture cosiddette “accidentali” della piccola pesca artigianale, non in possesso di quote, che finora potevano raggiungere un massimo di o,75 tonnellate a stagione di pesca, ma che, in assenza di questo margine, si vedranno costrette a rigettare a mare tonni catturati accidentalmente, con un danno economico non trascurabile.
Legacoop Pesca Sicilia ritiene indispensabile ed urgente rispondere a questa situazione di emergenza che, se non governata, rischia di aggravare ulteriormente la già pesante crisi della filiera ittica regionale. Ciò deve essere fatto senza lasciare intentata alcuna strada, dichiara Gullo, senza escludere cioé, se necessario, l’eliminazione della quota per la pesca sportiva, ad oggi riservataria di una non trascurabile quota di tonno (la cui esistenza e consistenza non è assolutamente riscontrabile in altri paesi membri dell’ICCAT). Una esclusione che avrebbe anche un senso, visto che in questo ambito confluiscono spesso, con la scusa dello sport, attività non regolamentate, attività in nero del settore, ed in definitiva l’evasione o l’elusione fiscale.