Milena è una mamma di Vittoria (Ragusa), una mamma che da oggi si trova ad affrontare un problema enorme, quello di non riuscire a garantire il diritto alla Scuola alla propria figlia. La ragazzina, figlia di Milena, non è come molte altre coetanee, ma è una ragazza 18enne con problemi psichici, quindi una disabile che, come circa altre 180 utenti della provincia di Ragusa, hanno fruito del trasporto disabili garantito dal Libero Consorzio di Ragusa (ex Provincia di Ragusa). Del caso ci siamo occupati il 4 gennaio scorso quando, con una nota quasi fredda e concisa, il commissario Cartabellotta (tra l’altro riconfermato alla guida dell’ente) ha annunciato che, visti i tagli dei trasferimenti regionali, l’ente si vede costretto a tagliare il trasporto pubblico per i disabili scaricando tutta la colpa sull’amministrazione regionale.
Leggendo il nostro articolo Milena ha deciso di scriverci chiedendo che la sua storia, così come la storia di tantissimi altri genitori della provincia di Ragusa, possa avere risalto affinchè “i nostri politici” conoscano l’entità del danno fatto a questi ragazzi per i quali la scuola rappresenta una speranza di vita.
«Stamattina, Giovedì 7 gennaio – esordisce Milena- mia figlia non è potuta andare a scuola alla stregua di tanti altri ragazzi disabili della provincia di Ragusa, a causa della sospensione dell’assistenza del trasporto, di questo voglio ringraziare il Presidente della regione, Rosario Crocetta, e i deputati che hanno manifestato poco interesse per l’argomento»
Milena è una mamma che lavora per una ditta privata e non le è possibile sopperire alla mancanza del pulmino accompagnando lei la figlia a scuola per incompatibilità di orari, allora come si fa? «Per mia figlia, che frequenta l’istituto magistrale – la scuola è tutto, è un modo per svagarsi e socializzare, perché privarla di ciò? Io, a differenza di qualche politico (così come si è appreso da organi di informazione) pago le tasse e oggi, dopo più di un decennio, mi ritrovo privata di un servizio che per me è fondamentale».
Tre insegnanti a braccia conserte
«Tengo a precisare – continua Milena – che non poter mandare mia figlia a scuola rappresenta uno spreco perché la ragazzina ha 3 insegnanti che la seguono, cosa faranno adesso? Non mi si venga poi a dire che con i soldi della pensione posso permettermi un servizio privato perché non è assolutamente così, nel pomeriggio mando mia figlia in una associazione (per la quale pago) in quanto, lavorando tutto il giorno, non posso lasciarla a casa. Se dovessi pagare anche il servizio di trasporto dovrei rimetterci»
Milena è delusa, amareggiata e arrabbiata e se la prende con gli amministratori e deputati che percepiscono stipendi da nababbi e non riescono nemmeno a tutelare le fasce più deboli, quelli che davvero hanno bisogno di assistenza, quelli per cui la sospensione di un servizio equivale a una ferita profondissima.
Milena si chiede e chiede a Crocetta e ai suoi amministratori il perché. Perché tagliare proprio sui disabili? «Quello che stanno facendo – conclude Milena – è una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini, di tutte quelle persone oneste che pagano le tasse così come auspicato dal presidente Mattarella nel discorso di fine anno. È una mancanza di rispetto per la Sicilia e i suoi figli, spendiamo, ad esempio, un sacco di soldi per l’accoglienza dei profughi e poi non si riesce a garantire un servizio per le persone affette da disabilità vera, vergogna!!!»
Quello di Milena è un appello pieno di rabbia, ma soprattutto di delusione, un appello ricolto a tutte le istituzioni, chiunque abbia un ruolo di responsabilità all’interno degli enti istituzionali, deve farsi un esame di coscienza e chiarire se la strada intrapresa è davvero quella giusta.