Il deputato alla Camera e componente della commissione Ambiente, Adriano Varrica, il deputato all’Ars e componente della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino, e i consiglierei comunali di Palermo, Concetta Amella e Antonino Randazzo, hanno inoltrato una diffida ufficiale al Comune di Palermo, nella persona del sindaco Leoluca Orlando, per le vicende relative alla partecipata RAP.
È passato esattamente un anno da quando si è insediata la nuova Giunta Comunale del Comune di Palermo, e in questo lungo periodo, nonostante la decadenza degli amministratori della società partecipata RAP, le denunce del collegio sindacale e del Gruppo Consiliare del Movimento 5 Stelle che ha sollevato la questione attraverso numerosi interventi in Aula e anche un’interrogazione con richiesta di risposta scritta (a cui mai nessuno ha risposto), il sindaco Orlando ha ignorato ciò che la legge prevede: dare una guida all’azienda che oggi, senza un consiglio di amministrazione, procede alla deriva come una nave senza timoniere.
Oggi il M5S di Palermo è tornato a chiedere senza mezzi termini e con tutte le sue forze un intervento tempestivo attraverso i suoi portavoce nazionali, regionali e comunali: “Si diffida il Comune di Palermo, in persona del Sindaco pro tempore, a provvedere con la massima urgenza, in virtù dei poteri conferitigli dall’art. 50 del TUEL e dalle altre leggi e regolamenti vigenti in materia, a nominare il Consiglio di Amministrazione della partecipata R.A.P. RISORSE AMBIENTE PALERMO S.p.A. adottando ogni più opportuno atto dovuto a tal fine”.
La diffida sarà l’ultimo preavviso da parte dei Cinquestelle indirizzato ad Orlando: “In caso di ulteriore ingiustificata inerzia del Comune di Palermo – si legge sul documento – si valuterà di procedere in sede civile, contabile e penale (ex art. 328 c.p.), sussistendone i presupposti di legge, al fine di far accertare le singole responsabilità dei soggetti pubblici e privati a vario titolo coinvolti nella vicenda”.
“L’inerzia del Comune di Palermo nella qualità di Socio Unico e degli organi societari competenti della RAP S.p.A. – affermano Varrica, Trizzino, Amella e Randazzo – è certamente idonea a cagionare un grave danno al patrimonio dell’ente e quindi alla collettività, oltre ad essere fonte di responsabilità di natura civile, amministrativa-contabile e penale dei soggetti competenti rimasti inadempienti all’obbligo di ricostituzione degli organi amministrativi e di controllo cessati definitivamente dalla carica lo scorso 25 settembre 2017”.
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