«Dimissioni? Usciremo dalla giunta solo in orizzontale perché vogliamo far rispettare le regole». La battuta di Andrea Vecchio, assessore regionale alle Infrastrutture, riassume il clima che si è creato all’interno della governo della regione siciliana. Un clima dai «sentimenti contrastanti», perché, dice Vecchio «c’è stima nei confronti di Lombardo, ma anche grande critica al suo sistema di gestione». Mentre Marco Venturi, assessore alle Attività produttive va giù più duro accusando Lombardo di non rispettare le «procedure di legalità» nella convocazione delle giunte. «Dell’ordine del giorno non c’è mai traccia – dice Vecchio – Gli argomenti escono, entrano e, non vorrei sembrare uno sprovveduto, ma a volte non te ne accorgi neanche. Si è parlato di spending review: si poteva ridurre tutto a condizione che non si riducesse il personale e voi sapete che la macchina regionale è sovraccarica di personale ed è molto male organizzata ed una rimodulazione della pianta organica oggi sarebbe essenziale, ma è difficile da ottenere perché ognuno ha il suo “padrino” che lo protegge».
A far traboccare la goccia dal vaso per i due assessori è stata la nomina di Luciana Giammanco, dirigente generale delle Autonomie locali, come commissario dell’Irsap, l'Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive nato in seguito alla riforma delle Asi. La riforma è stata voluta fortemente da Venturi (che l’ha sempre definita «epocale») e dal mondo di Confindustria che lo stesso assessore rappresenta nel governo regionale. Una riforma che però adesso rischia di essere bloccata proprio a causa del commissariamento deciso dal presidente della regione, Raffaele Lombardo, che va a sostituire il Cda che Venturi aveva nominato, che la giunta (ma non l’Ars) aveva ratificato all’inizio di luglio e che era stato stoppato dal decreto blocca-nomine. Il commissario, infatti, può solo curare l’ordinaria amministrazione, nonostante in un comunicato la regione avesse specificato che «la scelta di nominare un commissario serve a garantire l'immediata operatività della nuova struttura, nelle more della designazione del consiglio di amministrazione la cui nomina competerà al prossimo governo». Ma in realtà, come ha rilevato nei giorni scorsi anche il presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese, l’ente non è ancora operativo e il compito del cda era quello di scrivere, innanzitutto, lo statuto. «Da otto mesi – ha detto Albanese (che fra l’altro era stato designato come componente del Cda dell’Irsap) a Live Sicilia – sono state abrogate le Asi, e al loro posto non c'è ancora nulla. Se domattina un'azienda ha bisogno del rinnovo di un'autorizzazione allo scarico, a Carini come a Catania, chi la rilascia? Si sta mettendo davanti alla necessità di far lavorare le aziende qualche bega interna per fini che poco hanno a che fare con l'economia. È una cosa squallida». E ancora: «Commissariamo un ente senza statuto, escludendo le forze economiche come invece previsto per legge. O c'è la voglia di disfare l'economia siciliana, o c'è puzza di bruciato». Ad aggravare la situazione il fatto che la decisione è stata presa in una giunta di governo nella quale proprio l’assessore Venturi era assente per motivi familiari.
Così Venturi e Vecchio hanno indetto una conferenza stampa in una location insolita: non una sede istituzionale, ma un hotel nel centro di Palermo. Un incontro con i giornalisti nel quale Venturi ha voluto porre l’accento sulla necessità di «ripristinare le procedure di legalità nelle giunte di governo», perché il problema non è solo la nomina del commissario dell’Irsap, «ma anche alcune nomine riguardanti l’Ircac (Istituto regionale di credito alla cooperazione, ndr) e la Crias (Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane siciliane, ndr) disattendendo le indicazioni dell’assessore (cioè lo stesso Venturi, ndr)». Inoltre, l’assessore alle Attività produttive ha chiesto per iscritto a Lombardo di «ripristinare i commissari liquidatori delle Asi fino all’insediamento del nuovo Cda dell’Irsap per evitare una vacatio».
Lombardo nel pomeriggio ha risposto ai due assessori con una comunicato velenoso: «Nessuno ha mai chiesto le dimissioni di Venturi, di Vecchio né di alcun altro assessore. In quanto a Vecchio, anzi, ricordo che ho respinto le sue dimissioni già qualche giorno addietro, allorché le ha presentate per una sua presunta "scorrettezza". Piuttosto che nel corso di una conferenza stampa, sarà opportuno che i due assessori rappresentino i rilievi su ipotetiche irregolarità nella prossima giunta, quando meriteranno la trattazione al primo punto dell'ordine del giorno. Posso assicurare che li esamineremo con la massima attenzione e con il rispetto dovuto». La «scorrettezza» di cui parla Lombardo è un malinteso avvenuto in seguito a un articolo che Vecchio ha scritto su Live Sicilia e che conteneva delle inesattezze: «Così – spiega Vecchio – ho fatto ammenda e ho detto che ero disposto a fare un passo indietro, ma tutto è finito lì. Adesso riprende questa vicenda per confondere le acque».