“Faremo ripartire il sud in due anni”. E’ la promessa del premier Matteo Renzi in visita in Sicilia. Il presidente del Consiglio ha deposto un fiore nel luogo in cui è stato ucciso Pio La Torre. “Assieme al mio partito oggi ho portato un fiore nel luogo in cui Pio La Torre è stato ucciso. E’ un modo per dire a nome di tutti che la lotta contro criminalità, mafia e tutte le forme di illegalità è una priorità che deve unire tutti gli italiani. Nel ricordo dei martiri c’e’ un seme, i loro sogni camminano sulle nostre gambe”. Lo ha sottolineato il premier Matteo Renzi, tra gli applausi, nel deposito del tram Roccella dove sigla il Patto per Palermo.
“Il 1° Maggio – ha ribadito il premier – ci riuniremo a Palazzo Chigi e il Cipe assegnerà 3,5 miliardi di fondi: 2,5 alla ricerca e un miliardo alla cultura”. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi a Catania per firmare il Patto per il Sud con il sindaco Enzo Bianco. “Negli ultimi 10 anni l’Italia non è cresciuta anche perché non ha spesa i fondi Ue, ed è uno scandalo vergognoso avere buttato soldi nostri, avere sprecato nostre risorse“, ha detto il premier.
Con Renzi c’erano anche il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini e i sottosegretari Davide Faraone e Simona Vicari. “Viviamo condizioni di crisi di sistema, nonostante abbiamo messo apposto il bilancio. Il tram è il più grosso investimento di questo patto. Meritorio l’intervento di Renzi a Palermo dopo tanto tempo in cui il mezzogiorno è stato dimenticato”,ha detto il sindaco Orlando.
Sulla mobilità a Palerm Renzi ha detto: “Dove si fanno le tramvie è sempre un successo. Consente di liberare traffico e di avere un sistema di mobilità all’altezza del nostro tempo. Le risorse ci sono”.
E poi lo sviluppo delle regioni meridionali. “Costi quel che costi, da qui ai prossimi due anni faremo ripartire il Mezzogiorno – ha aggiunto -. Prima che giusto penso sia utile per l’Italia che il Mezzogiorno riparta”.
Sul lavoro: “Dicono che sono pochi centinaia di migliaia di posti creati grazie al jobs act? Anch’io voglio di più, ma non sono numeri o codici fiscali, sono persone. Lunedì riapre Termini Imerese con 20 ingegneri. Sono stato il primo premier ad andare a Termini Imerese alla vigilia di ferragosto in un giorno di caldo pazzesco: sembrava impossibile riaprirla e invece da qui alla fine dell’anno entreranno in fabbrica 250 operai”. E ha aggiunto: “Se l’ Italia si mette in moto – ha detto – è perchè Palermo e la Sicilia fanno la loro parte. Le nostre energie le mettiamo a disposizione di chi vuole ripartire, il futuro appartiene a chi ci crede”.
Sull’immigrazione: “Siamo fieri di voi siciliani che avete cuore e generosità con i migranti”.
E’ stata riaperta al traffico la carreggiata in direzione Palermo del viadotto ‘Himera’, sull’autostrada A19 Palermo-Catania. La riapertura alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi, del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio e del presidente Anas Gianni Vittorio Armani. Nel rispetto dei tempi programmati, fa sapere Anas in una nota, si sono concluse le verifiche tecniche sulla carreggiata in direzione Palermo e sono state completate le attività necessarie per la riapertura del viadotto in direzione Palermo, chiuso nell’aprile del 2015, in seguito ad un movimento franoso che lo aveva reso inagibile a seguito dell’irreparabile danneggiamento dell’adiacente viadotto in direzione Catania.
Strade siciliane, 800 milioni per manutenzione – ‘Oggi vogliamo dare un segnale – ha detto Renzi -. Il nostro governo vuole investire sulla manutenzione ordinaria, perché non si può avere delle opere pubbliche e lasciarle andare a mare. Ci sono oltre 800 milioni per la manutenzione delle strade siciliane”.
Circa duecento persone hanno contestato per la presenza del presidente del consiglio Matteo Renzi a Catania. La protesta, scandita da slogan contro il governo e il premier, è stata tenuta a distanza dal servizio di sicurezza disposto attorno al Teatro massimo ‘Vincenzo Bellini’. Non ci sono stati incidenti. Lo stesso premier Renzi, prima di ripartire, ha incontrato il questore Marcello Cardona per congratularsi con lui. Singolare protesta di un abitante della zona che ha appeso un cartello ironico sulla situazione del quartiere di Catania: “Ciaone centro storico”.
Il Patto per lo sviluppo della città di Catania che firmato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal sindaco del capoluogo etneo Enzo Bianco, è un programma operativo finanziario che sancisce la partnership tra il Comune etneo e la Presidenza del Consiglio dei ministri, con un importante impatto sulla Città Metropolitana che garantirà investimenti, realizzazioni infrastrutturali, attivazione di nuovi servizi per i cittadini, e ricadute economico-sociali. La strategia complessiva punta infatti al raggiungimento dei specifici obiettivi finalizzati a un concreto e tangibile sviluppo delle attività produttive in ambito metropolitano, con significativi riflessi anche a carattere nazionale.
La consistenza finanziaria complessiva del patto ammonta a 740 milioni di euro, spendibili fino al 2020 tra finanziamenti già individuati e aggiuntivi.
Tra questi, 332 milioni sono contributi assegnati da Palazzo Chigi al Comune di Catania. Novanta costituiscono la dotazione finanziaria del Pon Metro per la città di Catania, 408 rappresentano le risorse aggiuntive inserite nel patto per Catania (comprensivi dei fondi relativi al Pon metro, a questi si aggiungeranno i 49 milioni di euro reagivi alla riqualificazione idraulica dei torrenti e dei corsi d’acqua inseriti nel patto per il sud della Regione Siciliana).
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