La nomina politica dei revisori dei conti negli enti locali sembra cedere il passo anche in Sicilia a favore di un meccanismo di estrazione a sorte. Il cambio di rotta è arrivato nel pomeriggio di ieri, quando l’assemblea regionale ha approvato l’emendamento alla finanziaria regionale che introduce anche sull’Isola il sistema dell’estrazione, sull’esempio di quel che nell’Italia «ordinaria» succede ormai da quattro anni.
Il sorteggio alla siciliana, che traduce in norma una lunga battaglia spinta in particolare dall’associazione Kataneconomie, avverrà però esclusivamente tra i professionisti iscritti all’albo dei revisori legali, e a patto che abbiano manifestati l’interesse al ruolo. A partire dall’entrata in vigore della riforma, quando gli organi di revisione andranno a scadenza l’ente locale dovrà pubblicare un bando sull’albo pretorio e sulla Gazzetta ufficiale della regione, per almeno 30 giorni: i professionisti interessati dovranno rispondere al bando e l’estrazione avverrà pubblicamente, in una seduta del consiglio comunale convocato ad hoc.
L’emendamento approvato ieri, comunque, si inserisce nel difficile cammino della manovra regionale, che come ogni anno in Sicilia procede fra le polemiche. Le più forti arrivano proprio dai Comuni, che per bocca del presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando lamentano «tagli del 25%» ai fondi e prospettano il rischio di dissesti a catena. «Stiamo assistendo di fatto, alla distruzione completa del sistema degli enti locali – accusa Orlando – con dati e numeri alla mano». Ieri, dopo essere andata sotto sei volte, la maggioranza si è ricompattata nel pomeriggio, approvando una serie di norme tra cui quella dei revisori: questa mattina alle 11 si riprende.