Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha partecipato, questo pomeriggio, alla cerimonia di riconsegna della Chiesa Madre di Partanna, restaurata con fondi regionali. Il finanziamento di un milione di euro è servito per lavori di restauro conservativo e riqualificazione della struttura. La cerimonia rientra tra gli eventi in occasione del 50° anniversario del terremoto del Belìce, curati dal coordinamento dei sindaci della Valle, presieduto da Nicolò Catania. Alla cerimonia erano presenti anche l’arciprete Antonino Gucciardi e il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, oltre ai sindaci di Calatafimi, Camporeale, Salaparuta, Gibellina e Poggioreale. “Dell’utilità della Chiesa – ha evidenziato il presidente Musumeci – ce ne accorgiamo quando non c’è. Tutti noi sentiamo il bisogno di avere un tempio nel quale ritrovarci e sentirci comunità. E questa chiesa ha condiviso la storia della sua comunità. Oggi è un giorno importante non solo per Partanna, ma per tutta l’area. Mi auguro che questa ricostruzione diventi il simbolo della rinascita della Valle. Oggi più che mai, in questo momento storico – ha concluso il presidente – avvertiamo il bisogno di fare rete, di sentirci comunità. Per questo motivo, nei prossimi giorni, inviterò nel Palazzo del governo i rappresentanti di tutte le religioni presenti in Sicilia”.
La chiesa del Seicento, costruita a opera del barone Baldassarre Grifeo, venne ufficialmente consacrata al culto nel 1676 e intitolata alla Trasfigurazione del Santissimo Salvatore, titolo che ha mantenuto fino ad oggi. Nel 1968 la chiesa viene danneggiata dal sisma: la scossa del 25 gennaio provocò il crollo della facciata, del campanile di destra e delle coperture della navata centrale fino all’arco trionfale che portava all’ampio presbiterio. Nel 1970 iniziarono i lavori di ricostruzione dell’edificio: la facciata e il campanile furono ricostruiti in cemento seguendo l’antico progetto. La mancanza di fondi ha fatto arenare i progetti, lasciando incompleti i lavori di ricostruzione. Il finanziamento della Regione ha permesso, dopo cinque anni di chiusura al pubblico, il completamento dell’opera di restauro e la riapertura della Matrice.
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