Ricerche a Mozia, sperimentato un nuovo tipo di drone marino da due start-up dell’Università di Perugia. Lo Stagnone di Marsala al centro, dunque, di un nuovo tipo di ricerca. E’ stato sperimentato infatti, in questi giorni, dalla Soprintendenza del mare, un nuovo tipo di drone marino, USV Hydrometra, specializzato nelle acque a bassa profondità, come appunto quelle della laguna delle Isole dello Stagnone di Marsala. “Si tratta di un prototipo, ovviamente da affinare – dicono i ricercatori – ma ha grande utilità per sondare aree non indagabili con la ricerca ordinaria”. Il drone, piccolo e maneggevole, è ideale per i fiumi, e per condizioni estreme. E’ stato progettato e realizzato da una start up dell’Università di Perugia, la Siralab Robotics. Grazie al sonar è possibile anche avere ecografie dei fondali e mappe soniche. Ad esempio, nelle prove effettuate a Marsala, il drone ha proceduto all’individuazione di un relitto che era stato segnalato alla Soprintendenza del Mare. Un’altra start up umbra, Int. Geo.Mod., si occupa dell’interpretazione dei dati e dei servizi geologici, mentre lo staff di archeologici è stato messo a disposizione dalla Theausurs Service di Nicosia. “Un test importante – commenta il Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa – per capire come continuare le ricerca all’interno e fuori lo Stagnone per identificare, ad esempio, i relitti. Il drone ha funzionato benissimo ed è molto maneggevole. Ad esempio abbiamo trovato davanti al porto di Mozia i resti di un canale scavato nella roccia per fare passare le navi, a parte poi il relitto di una nave di epoca romana segnalata all’esterno dell’isola Longa”.