“Torno a chiedere rispetto per me e per tutti i miei colleghi rider di tutte le città italiane che per lavorare stanno ore e ore esposti ai pericoli della strada e alle intemperie pur di guadagnarsi da vivere”. Marco Tuttolomondo, 49 anni, che a Palermo ha partecipato alla giornata di sciopero proclamata a livello nazionale dei riders, è diventato ormai un testimonial dei lavoratori del ‘food delivery’ dopo aver vinto la prima causa di lavoro contro il marchio ‘Glovo’, con sentenza esecutiva del novembre scorso ma non ancora definitiva.
“Ho vinto una causa ma non lavoro – sottolinea Tuttolomondo all’ANSA – percepisco lo stipendio del sesto livello del terziario logistica, così come stabilito dal giudice del tribunale di Palermo, Paola Marino, che stabilisce che quando un corriere è geolocalizzato o tramite cellulare o Gps su furgone, automaticamente sussiste il lavoro subordinato e quindi non c’è alcuna autonomia”. Una situazione che sembra assurda: percepire lo stipendio senza lavorare. “Sono dispensato dal servizio, iscritto al libro paga – spiega Tuttolomondo che ha lavorato da ottobre 2018 a marzo 2020 – in attesa che Glovo crei una figura professionale che si possa avvicinare alle mansioni del corriere ma non in sella alle moto”.
I rider, che oggi sono scesi in piazza in tutta Italia, hanno chiesto in segno di solidarietà ai consumatori di non fare acquisti in modo da sostenere concretamente la loro protesta.
“”Ho partecipato alla manifestazione – spiega Tuttolomondo – con lo spirito di un ex corriere che continua a restare vicino ai suoi colleghi che rischiano ogni giorno pur di lavorare onestamente e soprattutto per le continue mancanze di rispetto da parte di Glovo come quella che riguarda il famoso bonus pioggia”. Secondo quanto racconta Tuttolomondo, Glovo ha fatto un accordo in cui si dovrebbe riconoscere 1 euro e 50 cent, che versa il cliente, per ogni consegna al rider che lavora sotto la pioggia. “Invece non è così – sottolinea – infatti se al corriere per la consegna spettano 4 euro, Glovo gira al corriere soltanto 40 centesimi, quindi il 10 per cento. Dunque, la parte restante resta nelle casse di Glovo con i miei colleghi che lavorano sotto la pioggia”. (ANSA).