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Rider ricorso: Glovo condannata a fornire borraccia d’acqua e creme solari

Il Tribunale di Palermo ha accolto il ricorso d’urgenza inoltrato da un rider di Glovo assistito dai legali di Nidil Cgil Palermo. 

Glovo

Il giudice Elvira Majolino ha disposto la fornitura per il rider di dispositivi di sicurezza contro le alte temperature e le  ondate di calore quali la fornitura di un contenitore termico per il fabbisogno giornaliero d’acqua,  soluzione con sali minerali e crema solare protettiva. L’ordinanza è stata emessa ieri. “Un riconoscimento importante, che fa da apripista”, commenta  Nidil Cgil Palermo.

  Il ricorso è stato presentato il 27 luglio. Gaetano Russo, ciclofattorino della piattaforma Glovo, si è rivolto a Nidil  che assieme alla Filt e alla Filcams ha condotto le battaglie per la salute e sicurezza dei rider, chiedendo assistenza e di avere riconosciuto con un ricorso d’urgenza quello che a tutti è garantito durante l’orario di lavoro: l’acqua.  

    Rappresentato dagli avvocati Giorgia Lo Monaco, del foro di Palermo e  Matilde Bidetti e Carlo De Marchis Gomez del foro di Roma,  ha così  denunciato di essere sottoposto, nello svolgimento della sua prestazione lavorativa, a condizioni di stress fisico derivanti dal clima estivo torrido e in particolare dall’esposizione ai raggi solari, che gli procuravano, durante le consegne tra le ore 12 e le 16 “spossatezza e grave disidratazione”.

  Ha evidenziato anche che la società, pur conoscendo i rischi di una esposizione prolungata al sole e alle ondate di calore, e avendo individuato le misure preventive e protettive, non gli aveva fornito i mezzi richiesti per proteggersi e ristorarsi in caso di temperature più alte del normale.

 L’idea del ricorso è nata dopo che il sindaco, in seguito a tante lamentele,  ha ordinato agli “gnuri”  che trasportano  la gente in carrozza per i tour  nel centro storico,  di abbeverare i cavalli imponendo una scorta di almeno 10 litri d’acqua al giorno e lo stop ai giri durante le allerte meteo.  “Ma io non ho diritto a dissetarmi mentre lavoro –  si è chiesto Gaetano, grondante di sudore, mentre consegnava una birra fredda e un panino a un cliente – Ma io valgo meno di un cavallo?”.

 Il giudice del lavoro non ha esitato a riconoscere quanto chiesto dal sindacato, a partire dalla borraccia per l’acqua.   “Lavorare in queste condizioni, nel periodo estivo, con temperature roventi, in  bici, in moto o in monopattino, è chiaramente rischioso – dichiarano il segretario generale Nidil Cgil Palermo Andrea Gattuso e Fabio Pace, di Filt e Nidil Palermo – Il giudice ha valutato che esiste un pericolo e che il protrarsi dell’attività lavorativa senza protezione adeguata contro i rischi derivati dall’esposizione a temperature elevate, poteva provocare danni irreparabili per la salute del lavoratore. E ha accolto questo ricorso”.

     “È un riconoscimento importante che va nella direzione della tutela della sicurezza sul lavoro, in particolare dei soggetti più fragili del mercato del lavoro – aggiungono Gattuso e Pace –  Il tema della sicurezza sul lavoro deve essere sempre posto al centro dell’attenzione. In questo periodo soprattutto, con le temperature alte che si registrano è necessario, ovviamente, che i datori di lavoro forniscano tutti i dispositivi di sicurezza utili che consentano ai lavoratori di operare nella maniera più consona, al fine di scongiurare eventi che possono diventare anche gravi per la salute propria e per quella degli altri”.

   Il ricorso fa da apripista per il settore dei rider. “Lo consideriamo un ricorso pilota e chiediamo che la pronuncia  del giudice di Palermo – proseguono i due sindacalisti – rappresenti l’occasione per fare in modo che le aziende del delivery forniscano alla totalità dei loro lavoratori tutti i dispositivi di protezione individuale,  a partire da quelli contenuti nell’ordinanza”. “Per i rider a partita Iva abbiamo da sempre riscontrato problemi per la fornitura di caschi, giubbotti e scarpe antiinfortunistiche e anche per mascherine e gel durante la pandemia – continuano Andrea Gattuso e Fabio Pace –  Solo i rider con contratto di lavoro subordinato di Just East hanno ottenuto l’estensione dei dispositivi di protezione per tutti.  Questa sentenza sancisce che i rider hanno ben poco del “lavoratore autonomo” e che anche sui temi della sicurezza devono essere considerati a tutti gli effetti come lavoratori subordinati. Pertanto, chiediamo innanzitutto a Glovo di applicare l’ordinanza a tutti i lavoratori”.

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