Rifuti in Sicilia, nuova multa dall’Europa per le discariche abusive. Non c’è stata nessuna bonifica, nonostante le richieste giunte dall’Europa, per le 12 discariche fuorilegge siciliane. Cosi’ scattano una maxi multa da 2,6 milioni di euro e un doppio esposto del M5S alla Procura della Repubblica e alla Corte dei conti contro Regione e Comuni inadempienti. “All’indomani della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea – afferma la deputata a Montecitorio Claudia Mannino – avevamo sollecitato per iscritto l’Assessorato regionale Energia e rifiuti ad intervenire nei successivi sei mesi per mettere in sicurezza le 12 discariche siciliane oggetto della condanna. L’assessore Contrafatto ci aveva rassicurato, affermando che erano stati elaborati degli accordi di programma col ministero dell’Ambiente. L’intervento non e’ stato ne’ tempestivo ne’ sufficiente, in quanto tutte le 12 discariche risultano ad oggi ancora nell’elenco di quelle non conformi e per il primo semestre del 2015 saremo costretti come siciliani a pagare una multa di 2,6 milioni di euro”. E parte anche un esposto alla Procura di Palermo per omessa bonifica. La prossima scadenza e’ il 2 dicembre 2015, momento in cui la Commissione europea quantifichera’ la prossima sanzione semestrale. Le 12 discariche abusive siciliane nel mirino dell’Europa sono a San Filippo del Mela (contrada sant’Agata), Cammarata (contrada San Martino), Racalmuto (Oliva Troiana), Siciliana (Contrada Scalilli), Leonforte (contrada Tumminelli/Granfonti), Augusta (Campo sportivo), Augusta (Rada di Augusta), Paterno’ (contrada Petulenti Scillicone), Monreale (contrada Zabbia), Mistretta (contrada Muricello), Cerda (Contrada Caccione), Priolo (Penisola Magnesi).
Nel frattempo la Sicilia resta in piena emergenza sul fronte della gestione. “L’incontro con l’assessore regionale per l’energia e i servizi di Pubblica Utilità, Vania Contrafatto, ci ha consegnato ancora una volta l’immagine di una Regione, controllore del sistema dei rifiuti nell’isola, impotente di fronte all’anarchia dei sindaci dei comuni che da un lato si ergono a paladini di giustizia e moralità rinnegando il vecchio sistema degli Ato, di cui dimenticano troppo spesso essere stati i soci, e dall’altro affidano a ditte terze attraverso discutibili ordinanze urgenti il servizio dei rifiuti per somme cospicue e per periodi medio-lunghi”. Ad affermarlo dopo l’incontro sulla gestione rifiuti fra sindacati di categoria e l’assessore al ramo, sono Dionisio Giordano segretario Fit Cisl Ambiente, Claudio Di Marco segretario Fp Cgil e Pietro Caleca della Uiltrasporti. “Nelle province di Palermo, Enna, Agrigento, Messina, Caltanissetta, si registrano affidamenti diretti alle ditte da parte di diversi comuni che aggirano le prerogative previste dal testo unico ambientale e le norme sugli appalti pubblici, e consegnano milioni di euro per la gestione del servizio di raccolta rifiuti che resta transitorio, sovraccaricato sui cittadini, sfavorevole per i lavoratori del settore senza retribuzione ed oggi anche licenziati, privo di logiche industriali ed orientato verso una gestione a dir poco ‘grigia’”. “La politica a tutti i livelli è corresponsabile del disastroso sistema dei rifiuti realizzatosi in Sicilia e considerato che abbiamo ripetutamente denunciato le distorsioni di tale sistema con continue segnalazioni di mancato rispetto delle norme nei comuni dell’Isola, dove questo si è verificato, non ci resta che chiedere alla magistratura di intervenire aprendo un’ampia panoramica su un sistema che si regge sui tributi pagati dai cittadini, essenziale per la collettività per troppi anni gestito con modalità commissariali e negli ultimi mesi con inconcepibili ed allegre ordinanze”. “La legge del 2010, pur con i suoi limiti individuava nella dimensione territoriale delle SRR, nell’impiantistica e nella raccolta differenziata i fondamenti della riforma del settore e del rilancio di un sistema che in altre parti crea ricavi ed occupazione, ma poi la riforma Crocetta, la individuazione degli Aro, la scelta politica di ritornare a singole forme di gestione comunale ha disarcionato il sistema frantumandolo, duplicando i debiti, creando disoccupazione, maggiore tassazione sui cittadini, maggiore infiltrazione di ditte ‘amiche di amici’”. I sindacati concludono “auspichiamo che l’assessore possa essere accompagnata nel suo tentativo di riformare in tempi rapidi gli aspetti della norma che hanno impedito il cambiamento, ma sia chiaro che l’assemblea regionale, il governo regionale e l’Anci Sicilia, devono cambiare passo. Le parti sociali hanno già dimostrato di essere pronte a far fare sacrifici ai lavoratori per mantenere i livelli occupazionali ma resta inteso che la rivisitazione dei costi del servizio necessita della giusta sensibilità da parte di tutti gli attori in campo”.