Il deputato regionale chiede di sapere il perché delle violazioni di legge nelle gare d’appalto, della mancata adozione della valutazione ambientale strategica con il rischio di perdere i fondi Ue e della mancata attuazione (obbligatoria) del piano di gestione
Le violazioni di legge sarebbero già avvenute, sostiene Barani, nei lavori della discarica di Bellolampo a Palermo dove «la relativa procedura del bando di gara, adottato con ordinanza 157 del 2013, grazie alle deroghe ottenute dalla Regione, consente di procedere all’aggiudicazione agli stessi uffici regionali emergenziali e non alle stazioni uniche appaltanti come, invece, previsto dalla legge regionale 12/2011» ricorda Ferrandelli.
E c’è ancora un’aggravante nel comportamento dell’ufficio del commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Sicilia: la procedura di gara sarebbe avvenuta «nonostante la procedura Vas (valutazione ambientale strategica che è prevista a tutela della trasparenza e salute dei cittadini e prevede un’ampia partecipazione da parte della società) non sia stata ancora avviata né da parte della Regione né da parte del ministero dell’Ambiente» si legge nell’interrogazione. E ciò avrebbe gravi conseguenze pratiche visto che «la mancata adozione della Vas può rendere nulli, sul piano giuridico, i provvedimenti in attuazione del piano (autorizzazioni, investimenti pubblici, scelte degli enti locali e così via)». Ma soprattutto la mancata procedura Vas ha ripercussioni notevoli sul piano della legittimità della spesa dei fondi europei poiché «qualora, alla conclusione della Vas, l’autorità competente ritenga che gli impianti che producono rifiuti da portare a combustione non siano compatibili con la procedura Vas, l’uso dei fondi Ue costituirebbe una grave perdita per l’erario» con profili di responsabilità per chi ha operato e autorizzato. In pratica c’è il rischio che l’utilizzo dei fondi Ue per opere realizzate senza Vas non sia considerato ammissibile dall’Unione europea e che l’intera spesa debba dunque essere poi considerata a carico della Regione. Non solo: chi ha autorizzato il tutto dovrebbe rispondere degli atti “illegittimi” compiuti nel procedimento.