PALERMO – Le principali realtà ambientaliste, sindacali, femministe, di promozione sociale e politica della Sicilia uniscono le forze contro il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU), emanato con ordinanza commissariale nel novembre 2024. A guidare l’azione è la Rete Sicilia Pulita, che martedì 15 aprile alle ore 11:00 terrà una conferenza stampa presso la Sala Stampa dell’ARS per illustrare i contenuti del ricorso depositato lo scorso 30 marzo 2025.
Il ricorso è stato presentato ufficialmente da Legambiente Sicilia, WWF Sicilia (nord-occidentale e nord-orientale), Zero Waste Sicilia e Federconsumatori Sicilia. Realtà che, per statuto, operano stabilmente a tutela dell’ambiente, della gestione virtuosa dei rifiuti e della difesa dei consumatori.
Il cuore della contestazione: “Violata la gerarchia europea nella gestione dei rifiuti”
Alla conferenza stampa interverranno Tommaso Castronovo (Legambiente Sicilia), Pietro Ciulla (WWF Sicilia), Anna Bonforte (Zero Waste Sicilia), Alfio La Rosa (Federconsumatori Sicilia APS), insieme a rappresentanti delle oltre 40 realtà collettive che compongono la Rete Sicilia Pulita. Saranno presenti anche il collegio legale composto dagli avvocati Giampiero Trizzino, Marina Giustiniano, Daniela Ciancimino, e il chimico Eugenio Cottone, che ha fornito la consulenza tecnica a supporto del ricorso.
Il documento legale contesta in modo puntuale il PRGRU, accusando il Commissario Straordinario, presidente Renato Schifani, di aver stravolto la gerarchia comunitaria della gestione dei rifiuti, favorendo lo smaltimento tramite incenerimento anziché puntare sulla riduzione, prevenzione, riutilizzo e riciclo. Un’impostazione che, secondo i ricorrenti, ignora le direttive europee, penalizza l’ambiente e sacrifica una filiera del lavoro legata al recupero di materiali che potrebbe rappresentare un volano economico sostenibile per il territorio.
“Una comunicazione fanta-istituzionale”
Nelle anticipazioni della conferenza stampa, i promotori del ricorso denunciano anche quella che definiscono una “comunicazione fanta-istituzionale” portata avanti dalla Presidenza della Regione, che avrebbe diffuso rappresentazioni distorte dello stato di diritto e della realtà.
L’obiettivo della Rete è chiaro: bloccare l’attuazione di un piano che rischia di compromettere irreversibilmente la salute pubblica e il futuro ambientale dell’Isola, rilanciando invece un modello di gestione dei rifiuti circolare, partecipato e a impatto zero.
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