I ritardi nelle bonifiche delle discariche da parte delle Regioni hanno provocato “punizioni” salate. Le multe sono state comminate dalla Corte di giustizia europea e costano allo Stato 113 milioni l’anno, 256 mila euro per ogni giorno di ritardo. Diciotto le Regioni colpevoli di non stare alle regole, in testa c’è la Campania, ben 48 le discariche “fuorilegge”. Il secondo posto spetta alla Calabria con 43 con 23 discariche non in regola, seguita dall’Abruzzo con 23 e dalla Sicilia, con 12.
E’ stato disatteso l’invito, che risale a sette anni or sono, a effettuare le bonifiche, al fine di rispettare “la salubrità dell’ambiente, la salute delle persone e salvaguardare il paesaggio”.
Il totale delle discariche da bonificare è di 200. La sola Campania obbliga lo Stato a pagare multe per 27 milioni. La sanzione è stata comminata nel 2014.
E’ prevedibile che la mano passi ora alla Corte dei Conti. La Guardia di Finanza ha già cominciato l’azione di rivalsa con le prime quindici istanze di risarcimento. Destinatari dell’intervento i presidenti delle regioni e i sindaci coinvolti. Era loro compito, stando alle conclusioni dell’inchiesta svolta in Campania da sostituto Procuratore della Corte dei Conti, Donato Luciano.
L’omessa bonifica, quindi, mette nel mirino tutte e diciotto le Regioni in misura proporzionale al numero delle discariche irregolari.
La Sicilia sfugge al podio e conquista la quarta posizione in classifica. Il fatto che non sia il fanalino di coda non deve farci tirare un sospiro di sollievo, perché l’isola è la Regione che meno di ogni altra usa la raccolta differenziata, con il 12,5 per cento dei rifiuti. E’ anche la Regione meno dotata di impianti di compostaggio e inceneritori. Infine, la Sicilia, non ha un piano rifiuti in vigore. Il disegno di legge proposto dall’assessore al ramo, Contraffatto, non è stato ancora esaminato dalla giunta di governo, nonostante l’impegno assunto dalla Regione con il governo nazionale di procedere alla sua approvazione entro la metà del mese di giugno.
Il rinvio del disegno di legge è causato da una diversità di opinioni sulla riforma degli enti. Il governo nazionale ha richiesto l’istituzione di una agenzia unica regionale dei rifiuti, che inglobi tutti gli Ato. Niente quindi, passaggio degli Ato alle SSR, l’ente modificato, ma un ente regionale gestito dai sindaci con la supervisione di funzionari della Regione