Da imprenditore “antimafia”, che denuncia il racket a imprenditore raggiunto da un’interdittiva della Prefettura per mafia.
C’è anche questo nella delicata estate dell’emergenza rifiuti in Sicilia, in cui molti Sindaci hanno cercato di far fronte all’invasione dei rifiuti nelle strade con il ricorso agli affidamenti diretti d’urgenza, facendo venire però meno i controlli tipici delle gare d’appalto.
Così, come racconta l’edizione di Repubblica Palermo oggi in edicola, alcuni “noli a freddo”, come vengono chiamati, sono stati concessi dal Comune di Bagheria, amministrato dal Sindaco del Movimento Cinque Stelle, Patrizio Cinque, alla ditta “No.ve.ma.”, raggiunta da un’interdittiva antimafia del prefetto di Palermo. Stessa sorte per un’altra azienda, la “Trade eco service”, ritenuta vicino ai boss della famiglia corleonese dei Lo Bue.
La Trade Eco Service appartiene a Salvatore Lo Faso (che formalmente non ricopre più l’incarico di amministratore delegato dal 2011), uno degli imprenditori che in questo periodo di emergenza aveva ottenuto più incarichi nel palermitano.
Ed è singolare notare come sia stato raggiunto da un’interdittiva antimafia (con cancellazione dalla “white list” delle imprese che possono lavorare con la Pubblica Amministrazione) un imprenditore, Lo Faso, che tre anni fa aveva denunciato di aver ricevuto un’estorsione (con tanto di incendio dopo il rifiuto di pagare il pizzo) nella sua concessionaria, la Sud Car di Bolognetta, con tanto di sostegno delle associazioni antiracket Addiopizzo, Libero Futuro e FAI.