“Chiediamo che la Regione siciliana adotti provvedimenti legislativi urgenti che assicurino la copertura economica del vertiginoso aumento dei costi del servizio integrato dei rifiuti (TARI) che grava su tutti i Comuni siciliani e in maniera particolare in territori come quello dell’Agrigentino, dove i sindaci hanno visto, in questi ultimi mesi, lievitare ulteriormente i propri costi a causa della chiusura delle discariche di Sciacca e Siculiana”.
Lo hanno dichiarato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale di AnciSicilia.
“E’ indispensabile – aggiungono Orlando e Alvano – intervenire con norme urgenti urgenti che modifichino l’art. l’articolo 2 del 7 giugno 2016, emessa dal presidente della Regione siciliana, che prevede quale intervento correttivo a garanzia degli equilibri di bilancio, a fronte dell’oggettivo aumento dei costi in corso di esercizio ed a termini scaduti per l’approvazione di nuove tariffe, che “il Dipartimento Regionale e dei Rifiuti dovrà predisporre un piano di azione che preveda la nomina presso i comuni di commissari straordinari autorizzati a disporre variazioni di bilancio, nonché rettifiche delle aliquote Tarsu o dei valori Tia, in coerenza allo standard medio di riferimento per la tariffa di igiene ambientale o per la tassa di smaltimento dei rifiuti per i comuni compresi nell’ambito territoriale di riferimento”. In sostanza una ulteriore vessazione per i cittadini che si vedranno ulteriormente tassati per un servizio scadente e farraginoso”.
“L’ordinanza – spiega il vicepresidente di AnciSicilia con delega all’Ambiente, Salvatore Lo Biundo – non mette i comuni nelle condizioni di procedere con le gare, causando un ulteriore e gravoso aumento dei costi legato alla gestione provvisoria. Bisogna ricordare che l’unica legge tuttora in vigore e la n. 9 del 2010 e, allo stato attuale, la modifica di tale impianto normativo è solo un’ipotesi. L’ordinanza sta, quindi, creando un vuoto applicativo e un contestuale conflitto tra l’ordinanza stessa e la legge 9. Il fatto che poi impedisca ai comuni di procedere con le gare è assolutamente impensabile in un periodo di forte crisi come quello che stanno fronteggiando gli enti locali. Un altro aspetto deleterio di questa ordinanza è rappresentato dal percorso perverso avviato sulla differenziata: con i tagli verticali ai tetti della differenziata, di fatto non solo non si incentiva la raccolta stessa ma vengono penalizzati i comuni virtuosi”.
“Si tratta – conclude il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani siciliani – di un pasticcio legislativo che va sanato a tutela degli equilibri finanziari delle amministrazioni comunali che si trovano, a due mesi dalla fine dell’anno, nell’impossibilità di approvare i bilanci di previsione con il conseguente rischio, anche per gli ulteriori già noti fattori di criticità finanziaria, di dovere dichiarare il dissesto finanziario. Tutte criticità che l’AnciSicilia ha, da sempre, denunciato e alle quali la Regione siciliana deve dare risposte concrete e risolutorie una volta per tutte, anche con la conseguente necessaria assunzione di responsabilità rispetto ai maggiori costi determinatisi”.