E’ finalmente pronto il testo definitivo della riforma delle province in Sicilia.
“È stato un lavoro complesso, ma ce l’abbiamo fatta: quello che la commissione si appresta ad esitare è un testo solido, che tiene fermi i principi dello Statuto regionale e al tempo stesso attribuisce compiti specifici a Liberi Consorzi e Città Metropolitane” dice Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali all’Ars, a proposito dell’approvazione dell’articolato del ddl di riforma delle ex Province. Il voto finale in Commissione è fissato per martedì 24 marzo, alle 11. Successivamente il testo passerà all’esame dell’Aula.
Cosa prevede il ddl 833 bis “Disposizioni in materia di Liberi consorzi di comuni e città metropolitane”? I liberi Consorzi comunali svolgeranno come funzioni proprie: quelle relative alla pianificazione territoriale ed urbanistica, generale e di coordinamento, comprese le opere e gli impianti di interesse sovracomunale, le vie di comunicazione, le reti di servizi ed infrastrutture, i sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici e l’organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale, da attuarsi con le modalità di cui all’articolo 32 della legge. Si occuperanno di approvazione degli strumenti urbanistici dei comuni, la cui adozione spetta ai comuni facenti parte del libero Consorzio, nel rispetto degli indirizzi regionali ed ancora di organizzazione e gestione in materia di tutela ambientale, entro i limiti della programmazione regionale.
Rimane nella lo sfera di controllo la pianificazione dei servizi dì trasporto nel territorio del libero Consorzio e la promozione, coordinamento e valorizzazione dello sviluppo economico e sociale nell’area del Consorzio comunale. Permane anche il sostegno e lo sviluppo dei Consorzi universitari presenti nel territorio nonché degli enti culturali già sostenuti dalle ex province regionali, la promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito consortile; raccolta ed elaborazione dati, nonché l’assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali.
Ai liberi Consorzi comunali spetta altresì la gestione delle riserve naturali gestite dalle ex province regionali alla data di entrata in vigore della legge. I Comuni inoltre con deliberazione del Consiglio comunale adottata a maggioranza di due terzi dei componenti possono esprimere la volontà di costituire, in aggiunta a quelli previsti dall’articolo, ulteriori liberi Consorzi comunali che abbiano i seguenti requisiti: continuità territoriale tra i comuni aderenti; popolazione non inferiore a 180.000 abitanti.
“Sarò felice – aggiunge Cracolici – quando, già fra qualche mese, potremo avere sindaci metropolitani e presidenti dei Liberi consorzi eletti e rappresentativi del territorio e si metterà fine alla pagina di quasi tre anni di commissariamento”. “Sarà l’aula – conclude Cracolici – a valutare se il lavoro che abbiamo fatto, che garantisce i dipendenti delle ex Province e toglie di mezzo inutili paure che sono state alimentate in questi mesi, costituisce un impianto solido per riformare il nostro sistema delle autonomie locali”.
L’esame del ddl è iniziato in Commissione lo scorso 3 febbraio. Da allora si sono tenute 21 sedute per esaminare 48 articoli e circa 800 emendamenti. Il testo che la commissione si prepara ad esitare è la sintesi di 12 disegni di legge presentati sulla stessa materia. In circa 45 giorni di lavoro sulla riforma, si sono svolte in commissione 40 audizioni di esperti ed esponenti di associazioni di enti locali, sindacati ed università.