Era stata sbandierata come la riforma per eccellenza del governo Crocetta. E invece l’abrogazione delle province, con la creazione dei liberi consorzi tra i Comuni, si sta dimostrando un’impresa da titani, che consuma assessori e annunci, mentre l’ex province continuano ad essere amministrate da commissari. La prossima scadenza è il 7 Aprile, quando dovranno terminare il loro mandato i commissari nominati dal governo regionale a Novembre. Che succederà? In molti temono che ci sia una nuova proroga. Nel frattempo c’è un nuovo assessore, Ettore Leotta, in quota Udc. Questa riforma rientra negli impegni assunti dal governo Crocetta Palazzo d’Orleans in presenza del sottosegretario Graziano Delrio che conduce la mediazione dei rapporti col governo di Roma. Delrio, tra l’altro ha dato il suo nome all’altra riforma, quella che già nel resto d’Italia ha portato ad una drastica riduzione di compiti, funzioni e organi delle province. In molti si domandano: perchè il governo Crocetta non ha adottato quella rifoma? Anche perchè all’Ars pare che ancora non è giunta alcuna relazione tecnica su come attuare la riforma in Sicilia. Il presidente del parlamento siciliano, Ardizzone, è tra coloro che spingono per approvare la riforma Delrio, che pur modificandone la ragione sociale e il sistema elettorale, stabilisce che i consorzi corrispondano alle delimitazioni territoriali delle vecchie province. Invece secondo Crocetta, in Sicilia i consorzi di comuni dovranno essere più delle attuali nove province.
In atto, in commissione giacciono due ddl della lista Musumeci, il primo del dicembre 2012, il secondo del maggio scorso: si prevede l’elezione diretta del presidente della provincia (o consorzio) e del sindaco della città metropolitana nonché il trasferimento di numerose competenze dalla Regione all’ente intermedio. Posizione condivisa anche da una parte della maggioranza.
“Mancano solo poco più di due mesi alla scadenza di legge e nutriamo seri dubbi sul fatto che la maggioranza governativa di centrosinistra riesca a varare la tanto strombazzata riforma che non ha saputo fare in un anno e mezzo” dichiara Nello Musumeci, esponente del centrodestra.
“Fino ad oggi – aggiunge l’ex presidente della Provincia di Catania – non è arrivata alcuna nuova proposta alla competente commissione parlamentare, mentre il governatore e il suo partito continuano a parlare due linguaggi diversi sul nuovo modello dell’ente intermedio. Città Metropolitane ristrette o allargate? Confini provinciali rigidi o flessibili? Presidenti eletti dal popolo o nominati? Competenze e funzioni di sempre o nuove responsabilità decentrate dalla Regione? Regna una gran confusione, mentre sul territorio sono solo i cittadini a pagare il prezzo della paralisi delle nove Province, voluta da una irragionevole furia devastatrice di un finto rivoluzionario”.
Dopo l’approvazione della l.r. n. 8/2014, non sono stati pochi i problemi emersi, tra questi, funzioni amministrative di tipo impositivo, assoggettamento ai vincoli di finanza pubblica, dulcis in fundo, le difficoltà in molti casi a reperire le somme per il pagamento degli stipendi del personale e delle società collegate. Anche l’Anci, tra gli altri, ha più volte ribadito la possibilità di recepire la legge Delrio (n. 56/2014).